da zeusnews.com
L’Unione Europea ha autorizzato le forze di polizia a compiere
perquisizioni a distanza sui Pc dei cittadini.
Il Consiglio dei Ministri Europeo ha dato l’assenso e subito
Inghilterra e Germania si sono mosse per adeguarsi con gioia al nuovo
corso: nell’Unione Europea è ora possibilie l’hacking di
Stato.
Le forze di polizia degli Stati membri non hanno più bisogno
di un mandato e di essere in possesso di prove per perquisire da remoto
i computer dei cittadini: ora hanno ufficialmente il permesso di
avviare una "sorveglianza intrusiva della proprietà privata"
in maniera del tutto autonoma e anonima.
I gruppi in difesa dei diritti umani, Liberty in testa, stanno
insorgendo. Shami Chakrabarti, membro di Liberty, sostiene che "Non
è diverso dall’irrompere a casa di qualcuno, analizzare i
suoi documenti e sequestrare l’hard disk". Solo che in questo modo il
sospettato (se ancora così lo si può definire)
non ne ha nemmeno coscienza.
Ovviamente, intromettersi nel computer di qualcuno è
un’attività che richiede la compromissione del sistema che
opera su quel determinato Pc: assisteremo forse all’invio di mail che
contengono virus da parte delle forza dell’ordine? E i produttori di
antivirus e software per la sicurezza come si porranno in questa
situazione?
Nonostante il Ministero dell’Interno inglese si sia subito attivato per
sminuire la portata di questo provvedimento ma senza negare le
conseguenze paventate, non solo la privacy dei cittadini viene messa a
rischio (qualcuno potrebbe anche dire "Ma tanto io non ho nulla da
nascondere") ma la sicurezza stessa dei loro computer.
Senza contare, poi, le sempre presenti possibilità di abuso
di un potere esercitabile senza bisogno dell’autorizzazione di alcuno.
Tratto da: ZEUS News
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