da http://piemonte.indymedia.org/article/6741
oggi a Torino a più riprese diversi
antirazzisti hanno percorso il quadrilatero compreso tra i corsi
Vercelli – Novara – Giulio Cesare – Emilia, ovvero il teatro della
protesta dell’altra sera durante lo sgombero dell’Ostile occupato
i
commenti di molti abitanti sembravano per lo più di comprensione se non
di complicità, d’altra parte quello è un quartiere che ha visto molte
lotte anche in passato, la gente "indignata" etc. di cui parlano i
giornali sembra essere proprio una minoranza
Alcuni hanno diffuso un testo, volantinandolo e appiccicandolo sulla porta della casa e nei dintorni. Eccolo qua:
UNA GIORNATA DI RESISTENZA
Giovedì 10 dicembre alle sette del mattino la polizia si è
presentata in forze in corso Vercelli 32 per sgomberare Lostile, una
casa occupata lo scorso 6 novembre e che, da vuota e abbandonata
all’incuria che era, nell’arco di un mese era divenuta luogo di
aggregazione per molte persone e ospitava svariate attività (dai
concerti ai dibattiti, dalla neonata palestra alle lezioni di italiano,
anch’esse appena iniziate, per gli extracomunitari rifugiati di via
Bologna.
Sei occupanti sono saliti sul tetto per non essere
sgomberati e hanno resistito per 15 ore, fino alle dieci di sera; altri
due si sono nascosti in casa, e sono usciti allo scoperto solo alle
cinque del mattino dopo, visto che la polizia rimaneva a oltranza nello
stabile.
Per tutta la giornata c’è stato un presidio di persone che
hanno portato solidarietà agli occupanti sul tetto, finchè verso sera
la polizia ha caricato più volte i manifestanti e questo ha provocato
un paio d’ore di scontri nel quartiere, con blocchi stradali e
cassonetti in fiamme.
Ecco in breve sequenza qualche perla di cui si
sono resi protagonisti i poliziotti e vigili del fuoco nell’arco della
serata: acqua sparata con gli idranti per danneggiare l’impianto audio
che trasmetteva in diretta radio blackout; una signora di
cinquant’anni, abitante nel quartiere, malata di tumore, atterrata e
presa a calci nella foga di una carica; parabrezza di auto e furgoni
sfondati a colpi di manganello; auto dei compagni con le gomme
tagliate; diversi manifestanti feriti e poi portati in questura, prima
di essere (per fortuna) rilasciati.
Perchè tutto questo spiegamento e dispendio (ricordiamo che
un’operazione di questo genere costa alle casse pubbliche decine di
migliaia di euro) di forza e di violenza da parte dei “tutori
dell’ordine”? Evidentemente perché all’amministrazione comunale
interessa che gli stabili restino vuoti e non diventino luoghi di
aggregazione dove, al di fuori della logica commerciale, si costruisce
solidarietà nel quartiere e si organizzano le lotte contro la
militarizzazione del territorio, il razzismo, lo sfruttamento nei posti
di lavoro etc. Si sa, amministratori, politici e padroni temono le
manifestazioni, gli scioperi, le occupazioni e tutte le forme di
protesta sociale, perciò si servono della polizia per tenere tutti
sotto controllo e così difendere i loro privilegi e le loro ricchezze.
Non per questo però ci fermeranno, come non fermeranno le varie lotte
che ci sono in città e altrove!
Vogliamo ringraziare gli abitanti di corso Vercelli e tutti coloro
che nel quartiere hanno in vario modo portato solidarietà agli
occupanti durante la lunga giornata di Resistenza. A quelli che si sono
un po’ scandalizzati per gli scontri diciamo: cosa sono un blocco
stradale o un cassonetto in fiamme se non una minima, legittima
risposta di fronte alla violenza dello sgombero e alle ingiustizie che
quotidianamente la gente comune deve subire?
Contro sgomberi e repressione, 10,100,1000 occupazioni!