Bologna,
24 aprile. Mentre Bologna si prepara a ricordare il sessantatreesimo
anniversario della Liberazione, in città desta sdegno la pubblicazione
sui quotidiani locali di un’inserzione voluta da un noto assicuratore
ultraottantenne, Michele Tossani, contenente una sorta di “inno alla razza”, un “saluto” al nuovo governo, che si conclude con questo invito: “l’Italia
si muova, si scuota e si sacrifichi per ritornare ai fastigi di quando
ci sentivamo di far parte di una razza forte, pura e maestra di vita”.
http://notizie.alice.it/notizie/cronaca/2008/04_aprile/24/25_aprile_bologna_sui_giornali_inserzione_con_inno_a_razza_pura,14637651.html
Tra le prese di posizione
istituzionali, nessun politico o giornalista ha trovato la voglia di
ricordare che oltre sessantatre anni fa Michele Tossani era membro
delle Brigate nere fasciste e si distinse, al fianco dei soldati nazisti, in… “arresti arbitrari” (oggi forse si direbbe “torture”, ma in Italia non c’è il reato di tortura…). Ad esempio:
http://legislature.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenbic/57/2006/0206/pdf019.pdf
Un lettore del romanzo Asce di guerra tramanda un ricordo del giovane Tossani che fino a qualche decennio fa era ben vivo nella memoria dei bolognesi più anziani: “…
però Tossani che girava in via Indipendenza con la pistola in bella
mostra minacciando di far saltare la testa a destra e a manca (credo
anche a mio nonno, ma non sono sicuro), quello sì me lo hanno
raccontato”.
http://www.wumingfoundation.com/gallery/commentiAdG.htm
Oggi, i giornalisti in cerca di notizie
sfiziose e colorite, ormai del tutto incapaci di effettive analisi
della realtà, sono tra i complici peggiori del crescente degrado etico
e intellettuale. Così è, ad esempio, per “La Repubblica”:
prima incassa quattrini pubblicando a pagamento una dichiarazione
odiosa e fascista di razzismo; poi il giornale si difende sostenendo
che è giusto accettare qualsiasi tipo di pubblicità. E fa due articoli
in perfetto stile bipartisan: uno che riferisce le proteste di politici
DS, “intellettuali”, etc., e l’altro che dà la parola a Tossani stesso
come onesto, immacolato cittadino: “Noi siamo razza europea purissima”.
Invitiamo
pertanto a non comprare mai più quei giornali che hanno pubblicato e
giustificato questo esempio di propaganda razzista, a cominciare da "La
Repubblica".