tratto da http://www.comune.torino.it/cittagora/article_7256.shtml
Una società per "cartolarizzare" gli immobili del Comune
20-10-2009
Trasformare immobili non produttivi di redditi significativi in nuove
risorse per gli investimenti e i servizi ai cittadini e per il
contenimento del debito pubblico.
E’ l’obiettivo della deliberazione illustrata dall’assessore
all’Urbanistica Mario Viano e approvata dal Consiglio comunale di
Torino (25 voti favorevoli, 8 contrari, 7 astenuti), che prevede la
creazione di una società a responsabilità limitata, a totale capitale
pubblico, incedibile, detenuto dal Comune.
Oggetto esclusivo della società, denomina Cartolarizzazione Città di
Torino (siglabile C.C.T.), è la realizzazione di una o più operazioni
di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione del
patrimonio immobiliare del Comune di Torino mediante l’assunzione di
finanziamenti (soluzione ordinaria, che prevede l’indebitamento) e/o
l’emissione di titoli (in via subordinata).
La Città di Torino intende procedere all’alienazione dei propri beni
immobili alla C.C.T. al valore di mercato, stimato con criteri
prudenziali in oltre 75 milioni di euro. Si prevede che la Città
realizzerà tale entrata già entro la fine del 2009.
Gli immobili che verranno venduti dal Comune di Torino sono i seguenti,
raggruppati in 11 cespiti: Immobile n. 1: terreno in via Giordano Bruno
159, Lotto I Ex Villaggio Olimpico M.O.I. (con l’esclusione del rifugio
antiaereo, che rimarrà alla Città); Immobile n. 2: terreno in via
Orvieto angolo corso Mortara, Comprensorio Vitali P.Ri.U. Spina 3;
Immobile n. 3: terreno tra le vie Guala, Monte Pasubio e Casana;
Immobile n. 4: terreno in strada Castello di Mirafiori angolo Parco
Colonnetti (area "Galileo Ferraris"); Immobile n. 5: terreno tra via
Anselmetti e strada del Drosso; Immobile n. 6: Compendio immobiliare in
corso Spezia 14/via Bizzozero 20-28; Immobile n. 7: porzione di
compendio dell’ex Cavallerizza Reale sita in via Verdi 7-9 (escluso
"Maneggio Chiablese" attualmente concesso in comodato all’Università
degli Studi di Torino, dove sorgerà una nuova Aula Magna); Immobile n.
8: fabbricato in via delle Orfane 18, 20, 22; Immobile n. 9: fabbricato
in via Giolitti 2 bis angolo via Lagrange, che ospita gli uffici
dell’Assistenza sociale e del Servizio Territoriale della
Circoscrizione 1 del Corpo di Polizia Municipale; Immobile n. 10:
fabbricato in corso Chieri 19 che ospita impianti SMAT; Immobile n. 11:
Fabbricato in via Verdi n. 9/11 (ex Zecca), sede in parte del
Commissariato di Pubblica Sicurezza e in parte è adibito a Caserma dei
Carabinieri, Nucleo Radiomobile e Reparto C.C. Dora.
La società verrà amministrata da un Amministratore Unico, nominato
dalla Città di Torino. Non sono previsti dipendenti, poiché si ipotizza
che la società individui l’Amministrazione comunale come gestore,
stipulando un’apposita convenzione (“contratto di servizio”) e a fronte
di un corrispettivo annuo.
La durata prevista della società è fissata al 31 dicembre 2025, salvo proroga o scioglimento anticipato da parte dell’Assemblea.
Per contenere la spesa e ridurre i tempi di operatività, in alternativa
alla costituzione di una nuova società, gli uffici comunali
esploreranno la possibilità di acquisire una società già costituita
avente ad oggetto l’attività di cartolarizzazione.
L’approvazione della deliberazione è stata preceduta dal DIBATTITO in Sala Rossa:
Assessore Mario Viano: Occorre realizzare questa
operazione perché ci sono esigenze di bilancio per il 2009. Abbiamo
puntato sulla soluzione della società di cartolarizzazione, perché ci
consente di non far uscire il patrimonio comunale in quanto il titolare
al 100% della società è il Comune di Torino. Se non effettuiamo ciò non
siamo in grado di rispettare gli impegni che abbiamo preso nel bilancio
2009. Quindi dobbiamo garantire la continuità dei servizi.
Giovanni Maria Ferraris (Moderati): Pur comprendendo
le motivazioni di questa deliberazione, che si basa sul parziale
fallimento da me previsto dell’asta di fine 2008, ritengo pericoloso
che ci si addentri in questi artifizi finanziari in un momento non
favorevole per il mercato immobiliare. In questo modo si rischia di
aumentare il debito della città e di svuotare, al contempo, il
patrimonio dei cittadini.
Domenico Gallo (Gruppo Comunista): Voto favorevolmente
la deliberazione perché comprendo le ragioni di finanza pubblica della
Città: senza questo provvedimento, la previsione di bilancio del 2010
non reggerebbe. Ho perplessità sul fatto che il Comune si debba
alimentare con l’alienazione del suo patrimonio immobiliare. Ho sempre
ritenuto che, per fare cassa, la cartolarizzazione debba essere una via
straordinaria e non ordinaria.
Monica Cerutti (Sinistra Democratica): Ritengo che,
viste le difficoltà di bilancio, la nuova dismissione dei beni comunali
sia un male obbligato per fare cassa. Votiamo sì con sofferenza perché
la cartolarizzazione resta comunque una soluzione di corto respiro per
far quadrare i conti della città. Valutiamo molto negativamente la
cessione dell’area di strada Castello di Mirafiori, che è da proteggere
sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico.
Mario Carossa (Lega Nord): Questa deliberazione è
molto cambiata dalla sua prima stesura: non ci sono più quelle
scadenze, quegli obiettivi chiari e quelle poche garanzie d’incasso che
c’erano prima, ma restano solo le certezze sui debiti che ne verranno
se verrà approvata.
Roberto Ravello (Alleanza Nazionale – PDL): Questo è
un provvedimento mirato esclusivamente a fare cassa. Dimostra che
Chiamparino è stato incapace di garantire l’autosufficienza finanziaria
della città. La cartolarizzazione è la prova del clamoroso fallimento
del centro sinistra a Torino.
Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): I
luoghi, i palazzi parlano della mia città e quando vendiamo significa
che la città rinuncia alla propria identità. Siamo contrari a
quest’ultima vendita di importanti immobili pubblici, anche storici,
perché del tutto slegata da una programmazione urbanistica-sociale e
motivata solo da ragioni contabili, senza una prospettiva strategica.
Michele Coppola (Forza Italia – PDL): In sei anni, con
tre operazioni, abbiamo venduto 295 milioni di Euro per sanare il
Bilancio della Città. Ogni volta è stato scelto un metodo diverso.
Quest’ultimo è quello che potenzialmente carica sulla Città il debito
finanziario più alto e preannuncia un peggioramento ulteriore della
nostra situazione contabile. Si tratta di una scelta sbagliata.
Antonello Angeleri (Lega Nord): Gli emendamenti hanno
stravolto completamente la deliberazione presentata negli scorsi
giorni. Il testo di oggi è totalmente svuotato di qualsiasi certezza
economica e finanziaria rispetto a quella originale. Il bilancio è una
delle materie di competenza del Consiglio comunale: vorremmo quindi
sapere a cosa servono i 75 milioni di euro che, in teoria, si
dovrebbero ricavare da questa ennesima dismissione dei beni immobili
della città.
risorse per gli investimenti e i servizi ai cittadini e per il
contenimento del debito pubblico.
E’ l’obiettivo della deliberazione illustrata dall’assessore
all’Urbanistica Mario Viano e approvata dal Consiglio comunale di
Torino (25 voti favorevoli, 8 contrari, 7 astenuti), che prevede la
creazione di una società a responsabilità limitata, a totale capitale
pubblico, incedibile, detenuto dal Comune.
Oggetto esclusivo della società, denomina Cartolarizzazione Città di
Torino (siglabile C.C.T.), è la realizzazione di una o più operazioni
di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla dismissione del
patrimonio immobiliare del Comune di Torino mediante l’assunzione di
finanziamenti (soluzione ordinaria, che prevede l’indebitamento) e/o
l’emissione di titoli (in via subordinata).
La Città di Torino intende procedere all’alienazione dei propri beni
immobili alla C.C.T. al valore di mercato, stimato con criteri
prudenziali in oltre 75 milioni di euro. Si prevede che la Città
realizzerà tale entrata già entro la fine del 2009.
Gli immobili che verranno venduti dal Comune di Torino sono i seguenti,
raggruppati in 11 cespiti: Immobile n. 1: terreno in via Giordano Bruno
159, Lotto I Ex Villaggio Olimpico M.O.I. (con l’esclusione del rifugio
antiaereo, che rimarrà alla Città); Immobile n. 2: terreno in via
Orvieto angolo corso Mortara, Comprensorio Vitali P.Ri.U. Spina 3;
Immobile n. 3: terreno tra le vie Guala, Monte Pasubio e Casana;
Immobile n. 4: terreno in strada Castello di Mirafiori angolo Parco
Colonnetti (area "Galileo Ferraris"); Immobile n. 5: terreno tra via
Anselmetti e strada del Drosso; Immobile n. 6: Compendio immobiliare in
corso Spezia 14/via Bizzozero 20-28; Immobile n. 7: porzione di
compendio dell’ex Cavallerizza Reale sita in via Verdi 7-9 (escluso
"Maneggio Chiablese" attualmente concesso in comodato all’Università
degli Studi di Torino, dove sorgerà una nuova Aula Magna); Immobile n.
8: fabbricato in via delle Orfane 18, 20, 22; Immobile n. 9: fabbricato
in via Giolitti 2 bis angolo via Lagrange, che ospita gli uffici
dell’Assistenza sociale e del Servizio Territoriale della
Circoscrizione 1 del Corpo di Polizia Municipale; Immobile n. 10:
fabbricato in corso Chieri 19 che ospita impianti SMAT; Immobile n. 11:
Fabbricato in via Verdi n. 9/11 (ex Zecca), sede in parte del
Commissariato di Pubblica Sicurezza e in parte è adibito a Caserma dei
Carabinieri, Nucleo Radiomobile e Reparto C.C. Dora.
La società verrà amministrata da un Amministratore Unico, nominato
dalla Città di Torino. Non sono previsti dipendenti, poiché si ipotizza
che la società individui l’Amministrazione comunale come gestore,
stipulando un’apposita convenzione (“contratto di servizio”) e a fronte
di un corrispettivo annuo.
La durata prevista della società è fissata al 31 dicembre 2025, salvo proroga o scioglimento anticipato da parte dell’Assemblea.
Per contenere la spesa e ridurre i tempi di operatività, in alternativa
alla costituzione di una nuova società, gli uffici comunali
esploreranno la possibilità di acquisire una società già costituita
avente ad oggetto l’attività di cartolarizzazione.
L’approvazione della deliberazione è stata preceduta dal DIBATTITO in Sala Rossa:
Assessore Mario Viano: Occorre realizzare questa
operazione perché ci sono esigenze di bilancio per il 2009. Abbiamo
puntato sulla soluzione della società di cartolarizzazione, perché ci
consente di non far uscire il patrimonio comunale in quanto il titolare
al 100% della società è il Comune di Torino. Se non effettuiamo ciò non
siamo in grado di rispettare gli impegni che abbiamo preso nel bilancio
2009. Quindi dobbiamo garantire la continuità dei servizi.
Giovanni Maria Ferraris (Moderati): Pur comprendendo
le motivazioni di questa deliberazione, che si basa sul parziale
fallimento da me previsto dell’asta di fine 2008, ritengo pericoloso
che ci si addentri in questi artifizi finanziari in un momento non
favorevole per il mercato immobiliare. In questo modo si rischia di
aumentare il debito della città e di svuotare, al contempo, il
patrimonio dei cittadini.
Domenico Gallo (Gruppo Comunista): Voto favorevolmente
la deliberazione perché comprendo le ragioni di finanza pubblica della
Città: senza questo provvedimento, la previsione di bilancio del 2010
non reggerebbe. Ho perplessità sul fatto che il Comune si debba
alimentare con l’alienazione del suo patrimonio immobiliare. Ho sempre
ritenuto che, per fare cassa, la cartolarizzazione debba essere una via
straordinaria e non ordinaria.
Monica Cerutti (Sinistra Democratica): Ritengo che,
viste le difficoltà di bilancio, la nuova dismissione dei beni comunali
sia un male obbligato per fare cassa. Votiamo sì con sofferenza perché
la cartolarizzazione resta comunque una soluzione di corto respiro per
far quadrare i conti della città. Valutiamo molto negativamente la
cessione dell’area di strada Castello di Mirafiori, che è da proteggere
sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico.
Mario Carossa (Lega Nord): Questa deliberazione è
molto cambiata dalla sua prima stesura: non ci sono più quelle
scadenze, quegli obiettivi chiari e quelle poche garanzie d’incasso che
c’erano prima, ma restano solo le certezze sui debiti che ne verranno
se verrà approvata.
Roberto Ravello (Alleanza Nazionale – PDL): Questo è
un provvedimento mirato esclusivamente a fare cassa. Dimostra che
Chiamparino è stato incapace di garantire l’autosufficienza finanziaria
della città. La cartolarizzazione è la prova del clamoroso fallimento
del centro sinistra a Torino.
Maria Teresa Silvestrini (Rifondazione Comunista): I
luoghi, i palazzi parlano della mia città e quando vendiamo significa
che la città rinuncia alla propria identità. Siamo contrari a
quest’ultima vendita di importanti immobili pubblici, anche storici,
perché del tutto slegata da una programmazione urbanistica-sociale e
motivata solo da ragioni contabili, senza una prospettiva strategica.
Michele Coppola (Forza Italia – PDL): In sei anni, con
tre operazioni, abbiamo venduto 295 milioni di Euro per sanare il
Bilancio della Città. Ogni volta è stato scelto un metodo diverso.
Quest’ultimo è quello che potenzialmente carica sulla Città il debito
finanziario più alto e preannuncia un peggioramento ulteriore della
nostra situazione contabile. Si tratta di una scelta sbagliata.
Antonello Angeleri (Lega Nord): Gli emendamenti hanno
stravolto completamente la deliberazione presentata negli scorsi
giorni. Il testo di oggi è totalmente svuotato di qualsiasi certezza
economica e finanziaria rispetto a quella originale. Il bilancio è una
delle materie di competenza del Consiglio comunale: vorremmo quindi
sapere a cosa servono i 75 milioni di euro che, in teoria, si
dovrebbero ricavare da questa ennesima dismissione dei beni immobili
della città.