4 e 5 aprile 2008 Due giorni di azioni per gli squat e le zone autonome

fonte http://april2008.squat.net/

4 e 5 aprile 2008
Una due giorni di azioni per gli squat e le zone autonome

Venerdì 4 e sabato 5 aprile, organizzaremo una due giorni di
dimostrazioni, azione diretta, informazione, street-party,
occupazioni… in difesa degli spazi occupati e per una cultura
popolare anticapitalista. Attraverso questi due giorni, noi vogliamo
dare un aiuto per creare maggiore visibilità agli spazi autonomi e alle
occupazioni come un movimento politico europeo/globale. Vogliamo
sviluppare una connessione e una solidarietà tra i posti occupati e le
zone autonome.
Vogliamo mantenere collegamenti tra gli spazi con le nuove persone e
con chi lotta. Desideriamo costrire per gradi la nostra capacità di
sormontare l'onda di repressione che cade su noi. Un momento per
decentralizzare e autorganizzare azioni di tutti i tipi, come la gente
ritiene opportuno nel suo contesto locale. Qui di seguito potrai
trovare i contenuti politi che vogliamo dare a questa due giorni.

 

Siamo ovunque…

Per centinaia di anni i popoli hanno usato gli squat e le zone
autonome, sia urbane che rurali, per prendere il controllo delle
proprie vite. E' uno strumento, una tattica, una pratica e una mezzo
per le persone che vivono per le lotte. Per decenni, il movimento per
le case occupate in tutta Europa e oltre ha combattuto lo sviluppo del
capitalismo, contribuendo alle lotte locali contro la distruzione;
proponendo un'alternativa alla logica del profitto e alla cultura del
consumo; contribuendo a creare centri sociali e di partecipazioneattiva
fuori dall'economia tradizionale [del sistema]. Dimostrando come si
possa auto organizzarsi senza una gerarchia; creando una rete di
solidarietà internazionale. Questi network hanno cambiato molte vite,
rompendo il controllo sociale e fornendo spazi liberi dove le persone
possono vivere al di fuori della norma.

Tra l'altro, questi posti provvedono a fornire spazi per incontri e
progetti, per la creazione e la distribuzione di una cultura
sovversiva, per uno scambio non monetario di beni, risorse e
competenze, per la sperimentazione di nuovi modi di vivere, per
discussioni collettive, per il riciclo e la costruzione, per attività
agricole, per la costruzione di media indipendenti.

Se parliamo di squat, di terre acquistate o negoziate o di terreni
rurali riappropriati, di fabbriche ristrutturate o edifici
autocostruiti, questi spazi sono rifugio per ribelli e fuorilegge,
poveri e senza tetto, attivisti radicali e immigrati illegali. I centri
sociali sono una parte cruciale del movimento per il cambiamento
sociale.

In tutta Europa i programmi repressivi sono incentivati dai governi

Stanno attaccando gli spazi autonomi di vecchia data come è succeso
per l'Ungdomshuset, la Koepi e RIgaer Strasse a Berlino, l'EKH a Vienna
e Les Tanneries in Dijon, centri sociali occupati a Londra e Amsterdam,
Ifanet a Thessaloniki, etc. In Francia gli squat sono stati presi come
bersaglio dalla polizia dopo il movimento anti CPE e dopo l'onda delle
azioni e delle rivolte che sono avvenute durante il periodo delle
elezioni presidenziali. In Germania molti spazi autonomi sono stati
attaccati dopo il summit del G8. A Ginevra e Barcellona le autorità
hanno deciso di provare a dare una fine al movimento di due vecchie e
grandi "fortezze" occupate. In alcuni paesi è possibile occupare
edifici vuoti, in altri è diventato un crimine. Nelle campagne
l'accesso alla terra è diventato sempre più duro, e le istituzioni
stanno cercando di bloccare con legislazioni di igene, sicurezza,
(controllate) [gentrification] dalla borghesia e dal turismo. In tutta
Europa la cultura indipendente è minacciata.

Nei mesi scorsi abbiamo visto portare avanti battaglie a Copenhagen
e azioni in tutta Europa in una esplosione di rabbia allo sgombero del
"centro sociale" Ungdomshuset. A partire da allora e da poche altre
grandi storie di resistenza portate avanti negli ultimi mesi, abbiamo
rinnovato il significato della solidarietà internazionale.

Siamo motivati dalla stessa passione, abbiamo la stessa
determinazione nell'affrontare la repressione che è nemico comune e
siamo uniti attraverso le frontiere dal desiderio di costruire un mondo
di uguaglianza e di autodeterminazione. Non allineati e non
governabili, vogliamo isole di libertà non controllate per continuare
la solidarietà, per rinforzare i nostri contatti internazionali, non
tenendo conto dei chilometri che ci separano.

Istanze al di là delle azioni

Vorremmo anche che questi giorni di azioni siano l'inizio di un
processo di discussioni, che possano essere una strada per mostrare le
varie possibilità e strategie, un'occasione di condividere le proprie
attitudini. Questi sono alcuni dei punti che vorremmo proporre:

  • Cosa ci aspettiamo nel capire quali sono gli spazi autonomi e dove
    sono, cosi', spaziando dall "alternativa" al "confronto", inseguendo un
    cambiamento sociale radicale?
  • Condividere informazioni allo scopo delle attività che prendono
    spazio negli spazi sociali autonomi, domande sulla produttività e sulla
    produzione di beni e servizi; incoraggiare gli scambi di conoscenze
    particolari tra le città e la campagna.
  • Condividere esperienze, inspirarsi uno con l'altro, scoprire che
    cosa fanno gli altri in termini di vita collettiva, attività, sistemi
    di scambio economici alternativi…
  • Condividere i vari metodi per ottenere spazi in tutta Europa:
    occupazioni illegali, costruzioni autoprodotte [wagenburghs], acquisti
    collettivi, contatti liberi…
  • Condividere risorse pratiche e un'affinità di solidarità tra:
    differenti tipi di partecipanti agli spazi autonomi (oltre quelli
    correnti e potenziali): cooperazione, persone senza documenti,
    attivisti, travellers, migranti, [urbanites], abitanti rurali, piccole
    fattorie;
  • Differenti modi di usare gli spazi; attività per le comunità, zone di incontri per i gruppi, spazi abitativi;
  • Permettere di creare strategie comuni con la soppressione dello stato e [eviction];

Chi siamo, come possiamo collaborare a questo progetto, come farlo accadere?

Al momento siamo un gruppo di persone coinvolte in vari spazi
autonomi in giro per l'Europa che hanno deciso di iniziare a discutere
a questo incontro. Nei mesi a venire conosceremo varie collettività e
vedremo che ne pensa la gente di questo progetto di una due giorni di
azione europea, e come vogliono esserne coinvolti. Il suo successo
dipende molto dalla nostra capacità di creare un gruppo di lavoro
iternazionale più grande. Ciò significherebbe che tutti quelli che
vogliono prenderne parte dovrebbero essere delle persone attive a
portare le loro idee creando e distribuendo materiali e scambiandosi le
proprie esperienze durante questi giorni. Ci piacerebbe anche
organizzare una riunione fisica riguardo a tutto questo nei mesi a
venire.

Contatti: april2008@squat.net

Per informazioni sul prossimo incontro (in italiano) potete anche utilizzare la emai di: informa-a@autistici.org

In arrivo a breve un nuovo comunicato.

This entry was posted in EVENTI. Bookmark the permalink.