50mila voti in vendita

tratto da http://gioegio.noblogs.org/post/2008/04/12/colpo_di_stato_mediatico 

 

Il corriere ha pubblicato sul suo sito uno scoop che potrebbe forse decidere le elezioni.
Ma solo se mandato in tv come si dovrebbe fare con una notizia di questo tipo.

http://www.corriere.it/politica/08_aprile_12/voto_scambio_utri_5e0f8c4a-085c-11dd-883b-00144f486ba6.shtml
Miccichè (non il politico siciliano) al telefono con Dell’Utri si dice convinto che l’operazione (si sta parlando della compravendita di 50mila voti)
andrà in porto. «Basterà pagare qualche addetto ai lavori — dice
rivolgendosi a Del-l’Utri, chiamandolo per nome —. I responsabili delle
votazioni si tapperanno entrambi gli occhi quando qualcuno dei nostri
si preoccuperà di recuperare tutte le schede bianche e barrare la
casella col simbolo Pdl»

Invece la deontologia professionale dei giornalisti della tv ci salverà tutti.
A mezzogiorno non una parola su tg1 e tg2, rete4 e canale5.
Quelli di radio popolare però l’hanno mandata come prima notizia e hanno trattato l’argomento in maniera equilibrata http://www.radiopopolare.it/fileadmin/notiziario/notiziario_12_59.mp3
Probabilmente il Corriere ha un informatore in procura e si sbilancia. RadioPop fornisce la notizia. La tv, per ora censura.
Se il Corriere ha ragione e le intercettazioni sono quelle riportate
sul sito non si capisce perchè Dell’Utri non sia ancora indagato e non
abbia ancora ricevuto un avviso di garanzia.
Cosa aspettano? Non vogliono essere accusati di giustizia ad orologeria?

Come risulta da Rainews24 (
http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=80618
):

"Una fuga di notizie come quella di oggi, in una
situazione cosi’ delicata, rischia di avere effetti patologici sul buon
esito dell’inchiesta". Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria
Roberto Di Palma, titolare dell’indagine sui presunti brogli nel voto
degli italiani in America latina."

Quindi volevano semplicemente aspettare. Ovvio, le logiche della
magistratura non sono quelle della politica. E fin qui ci siamo. Ora
però c’è stata la fuga di notizie e sembra chiaro che Dell’Utri non
aveva ancora ricevuto l’avviso di garanzia per non compromettere
l’inchiesta. Volevano insomma prenderlo con le mani nella marmellata.

"Le inchieste – ha aggiunto Di Palma – non
dovrebbero comparire sui giornali prima che si concludano. Oggi siamo
in una fase patologica della vicenda provocata proprio dalla fuga di
notizie. L’esito dell’inchiesta rischia di essere compromesso perche’
sono stati pubblicati particolari che non dovevano assolutamente venire
fuori. Non mi interessa tanto il problema del condizionamento del voto,
perche’ e’ un punto di cui abbiamo parlato per tempo col Ministro
dell’Interno e ritengo che quello che dovevano fare, a livello di
prevenzione, sia stato fatto, come ha detto Amato. Sono problematiche
che non mi riguardano Quello che mi interessa e’ il resto
dell’indagine, che adesso e’ tutto compromesso".

Il ministro dell’interno Amato sa tutto e, come dice sempre il corriere, (http://www.corriere.it/Politica/2008/elezioni08/amato_brogli_830582fc-07ad-11dd-b1ed-00144f486ba6.shtml) i consolati sono stati allertati della possibilità di brogli.

Per concludere:


http://www.corriere.it/politica/08_aprile_12/micciche_voto_scambio_intervista_cavallaro_258213ec-0885-11dd-883b-00144f486ba6.shtml

Ma
forse sarà meglio attendere fino a martedì perché solo allora, dopo le
elezioni, si insedierà il nuovo procuratore dello Stretto, Giuseppe
Pignatone, in arrivo da Palermo. Lo stesso che coordinò l’inchiesta su
Bernardo Provenzano, il padrino arrestato da Enrico Cortese, proprio il
funzionario frattanto promosso Capo della Mobile a Reggio e timoniere
dell’inchiesta che coinvolge Micciché. Una coppia palermitana
ricostituita per lui. E in qualche modo pure per Dell’Utri.


La magistratura si trova spiazzata dalla fuga di notizie.
I giornalisti, forti della mancanza di avvisi di garanzia per
Dell’Utri e sotto pressione politica evidentemente fortissima, se ne
sbattono e non danno la notizia.
La logica è perversa. La procura non manda l’avviso di garanzia per non
compromettere le indagini che evidentemente allo stato attuale possono
ancora essere inquinate (e lo saranno ormai, sopratutto politicamente).
I giornalisti, visto che non c’è avviso di garanzia, decidono di non
parlarne. Se
ne riparlerà dunque dopo le elezioni, martedì. Elezioni che
probabilmente vincerà Berlusconi. E a quel punto sarà troppo tardi. Si
tratterà solo di giustizia ad orologeria e di magistratura
comunista.

Se la notizia dei brogli non andrà in tv sarà vera censura che,
indipendentemente dalla riuscita della presunta operazione di falsificazione del
voto in sud america, potrebbe essere decisiva. Notizie di questo tipo
infatti cambierebbero, o almeno dovrebbero farlo, gli equilibri
politici.

Dell’Utri è il numero 2 di Berlusconi ed il fondatore di Forza Italia. 

Pochi giorni fa, secondo Peter Gomez, avrebbe "chiesto" sottilmente il voto alla mafia siciliana.

* Alle 15:31 a pagina 103 del televideo Rai non si parla dei brogli all’estero e nemmeno a pagina 120 (politica).

* Alle 19:49 ancora nulla sul televideo Rai.

* Intanto Radio Popolare parla, nel suo radiotg "lungo" delle 19e30 di presunto scandalo e cita ancora Dell’Utri. Molto cauti.

* Il Manifesto questa mattina è uscito con la denuncia di possibili brogli in prima pagina.

Baciamo le schede


Rischio brogli sul voto degli italiani
all’estero. Occhi puntati su cinquantamila schede bianche che la
‘ndrangheta potrebbe aver manomesso a favore di uno schieramento
politico. Nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria coinvolti un
faccendiere calabrese e un parlamentare siciliano. Dell’Utri mette le
mani avanti: «Non sono indagato, ho solo avuto contatti telefonici». E
tira in ballo l’ex governatore di Nassiriya Barbara Contini. Oggi
candidata Pdl

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