Torino – Tre giorni al Cpt

Torino – Tre giorni al Cpt

Lun, 26/05/2008 – 23:35

fonte macerie

Ecco un riassunto di quel che è successo in questi ultimi tre giorni dentro al Cpt di Torino, scritto incollando i brani delle telefonate che abbiamo ricevuto da dentro.
Vi ricordiamo che martedì sera, dalle 21, ci sarà un presidio lì davanti per sostenere un po’ i reclusi in sciopero della fame.


Nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio 2008, Hassan muore nel
C.P.T. di Torino. Il detenuto aveva la polmonite e nonostante le
richieste d’aiuto da parte dei suoi compagni, la Croce rossa non è
intervenuta. Dalle testimonianze raccolte è emerso che la Croce rossa
utilizza psicofarmaci per "curare" sintomatologie come il mal di testa.
Anche in questo caso aveva somministrato ad Hassan psicofarmaci. Chi
era nel suo stesso container, quando si è accorto che Hassan ansimava,
ha chiesto aiuto ma il medico della Croce rossa ha risposto che non
aveva tempo, che lo avrebbe visitato il suo collega l’indomani. Troppo
tardi. Hassan è morto.

Inizia così lo sciopero della fame da parte dei detenuti nel C.P.T. di Torino.

Sono stanchi di subire un sistema che li tratta come fossero degli oggetti. Sono esseri umani e protestano per la loro dignità.

Si apprende inoltre, da testimonianze dirette, che un altro detenuto
ha tentato la fuga ed è stato ripreso dalla polizia. Il trattamento è
stato il solito: calci e botte. Ora ha il mento rotto, la schiena piena
di lividi, entrambi i polsi rotti e non riesce a camminare. Pochi mesi
prima aveva subito un intervento, quindi le sue condizioni di salute
erano già cagionevoli. Portato in ospedale, le guardie dicono ai medici
che è caduto da solo tentando di scappare. Poi viene riportato al C.P.T.

La notte tra il 25 maggio e il 26 maggio, i detenuti buttano fuori
dai container i materassi, le coperte, le reti, tutto ciò che si trova
all’interno delle loro celle. Per i giornalisti televisivi gli
immigrati sono ospiti del centro, ma noi sappiamo che dietro la parola
ospite si cela il perbenismo mediatico, che offusca le menti e culla il
potere.

I detenuti continuano a rifiutare il cibo: sanno che all’interno
delle vivande vengono somministrati psicofarmaci. Passano tutta la
notte svegli urlando la loro rabbia. Qualcuno tenta un atto estremo
snervato dalla condizione in cui si trova, tentando di impiccarsi. Ma i
suoi compagni lo soccorrono evitando che il gesto abbia delle
conseguenze.

Nella giornata del 26 maggio, il lunedì, lo sciopero della fame
continua, il C.P.T. è divenuto il fulcro dell’interesse pubblico e
politico. Giornalisti e politici sfilano il loro interesse. I detenuti
rifiutano il pranzo. Intanto la polizia ha bloccato la consegna dei
pacchi che arrivano dai familiari o dagli amici dei detenuti.

Dopo il dileguarsi degli obiettivi fotografici dei giornalisti e dei
politici, le guardie del C.P.T utilizzano la linea dura. Prelevano i
detenuti due per volta per interrogarli. Gli immigrati hanno paura di
ripercussioni, hanno paura di essere picchiati e le loro paure sono
fondate. Hanno paura di essere deportati in Libia dove vengono
trattenuti per un periodo imprecisato in carcere, dove vengono
picchiati, da testimonianze dirette apprendiamo che in una delle tante
deportazioni in Libia, alcuni tunisini sono stati uccisi a colpi di
arma da fuoco dai poliziotti libici, mentre scendevano dall’aereo: loro
la "sicurezza" degli italiani la pagano con la propria pelle.

Durante gli interrogatori uno dei detenuti si è denudato e ha
minacciato di tagliarsi il ventre, ma i suoi compagni lo hanno
trattenuto. Un altro sviene a causa della fame, i compagni chiedono
l’aiuto della Croce rossa per l’assistenza medica, ma i medici si
rifiutano di entrare a soccorrerlo. Poi chiedono che il detenuto sia
avvicinato al cancello, i suoi compagni lo portano fuori e la Croce
rossa lo soccorre.

A sera, i detenuti rifiutano al cena e continuano lo sciopero chiedono la libertà e il rispetto della vita umana.

A domani


fonte indymedia piemonte

Report doppio appuntamento antirazzista di oggi

Alle 17 circa presidio al Municipio per contestare la lega nord,
spalleggiata nell’occasione dai giovani di AN. Numeri più o meno pari.
Striscioni, slogan, fischi, volantini, interventi al megafono per circa
un’ora finche i fasci sciolgono il loro presidio.
Alla sera una dozzina di compagni si radunano in via Ormea 4 per
contrastare il dibattito con Carlo Verra, Beppe Fossati e altri
fomentatori delle campagne sulla sicurezza (la sicurezza che tra gli
altri ha ucciso Hassan dentro il cpt). Tuttavia al dibattito non c’è
quasi nessuno, se non gli organizzatori e pochi altri. Volantinaggio,
striscione "La vostra sicurezza uccide", intervento al megafono e poi
via a respirare aria migliore…

Domani appuntamento ore 21 sotto al cpt, lato corso Brunelleschi.

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