L’Aids non è un virus. Parola di Premio Nobel

Kary
Mullis, eclettico, anticonformista e ancorchè geniale scienziato, mette
in discussione il paradigma classico relativo alla peste del secolo.

L'Aids non è un virus. Parola di Premio Nobel

A cavallo tra l’ottocento e il novecento due irridenti, loro malgrado, giovanottoni, che per comodità chiameremo Max e Al,
si presero l’uggiola di porre dei quesiti interessanti a eminenti
scienziati. In realtà fecero qualcosa di più che porre quesiti.
Trovarono delle soluzioni. Piantarono due paletti di raggelante logica
nel seno di Santa Fisica Classica. Qualcuno la prese bene, tal Lorentz ad esempio, e qualcuno altro, Mach,
morì ma non rinnegò il suo paradigma scientifico, anche se era
sbagliato. Passarono gli anni e anche i rivoluzionari, con il tempo,
diventano pompieri. Anni dopo fu Al che, nonostante il rigore e le argomentazioni di un certo Niels, non volle vedere oltre il suo paradigma adducendo strani discorsi sul fatto che Dio non gioca a dadi con l’universo. Al era Einstein, Max era Planck, Niels era Bohr.
Einstein operò un superamento della meccanica classica ma, nonostante
le sue teorie preparassero l’avvento alla meccanica quantistica, non
riuscì mai ad accettarla del tutto, contrariamente ai nuovi giovani
leoni della fisica Heisenberg, Fermi, Dirac, Bohr, etc…

La scienza si nutre di queste storie ed è grazie alle stesse che opera continuamente un feedback e si reinventa.

 

Anno domini 2008 viene riconosciuto il premio Nobel per la Medicina a due insigni scienziati,  Françoise
Barre-Sinoussi e Luc Montagnier, che per primi introdussero nel mondo
una delle parole più terribili di fine millennio: Aids, quattro mortifere parole. L’acronimo della nuova peste. Forse quella terminale.

Anno domini 1993 venne premiato con il Nobel per la chimica
uno degli spiriti più originali del secolo. Surfista e contestatore
nella California degli anni sessanta, donnaiolo e consumatore di Lsd, Kary Mullis è diventato una leggenda che cammina per la scoperta della reazione a catena della polimerasi (Polymerase Chain Reaction o PCR),
una tecnica che ha rivoluzionato il mondo della chimica e della
genetica, permettendo l’amplificazione in vitro di frammenti di DNA,
con innumerevoli applicazioni in campo biologico, medico, agrario, e
nelle investigazioni della magistratura.  Originale
finchè si vuole ma contestatore illuminato, ha portato non poche prove
a sostegno delle sue tesi contro il riscaldamento globale e il buco
dell’ozono, Kary Mullis sostiene, a spada tratta, anche interessanti tesi contro L’aids.  La teoria ufficiale, dice il nobel Mullis, non è tuttora in grado di spiegare in quale modo il virus HIV possa provocare le malattie che gli vengono imputate. Tale teoria descrive l’AIDS come una malattia infettiva provocata dal virus HIV
che distrugge pian piano le cellule del sistema immunitario, lasciando
l’organismo indifeso di fronte a malattie "opportunistiche". Il virus
penetra nell’organismo di un dato soggetto attraverso un contatto con
sangue o sperma infetto. Questa infezione virale provoca una reazione
anticorpale inefficace, utile solo ad essere registrata con i
cosiddetti test dell’AIDS (o anti-HIV). La sieropositività costituirebbe il segnale di una malattia subdola, progressiva, inesorabile nella gran parte dei casi.

 

Dunque
AIDS è un termine calderone che raccoglie condizioni eterogenee e
disparate. Si tratta di condizioni che vengono tra loro associate solo
quando il risultato del test dell’AIDS è positivo. Se il risultato è
negativo, le stesse malattie vengono chiamate con il loro vecchio nome.
Ecco le sue principali contestazioni.

Assenza di correlazione tra risultati del test e malattia:

Una
peculiarità delle malattie infettive virali è che hanno una causa unica
(il virus), e ovviamente non possono verificarsi in sua assenza. Così
non c’è varicella senza il virus della varicella, non c’è morbillo
senza il virus del morbillo e così via. La letteratura
medica ha registrato migliaia di casi di AIDS sieronegativi (cioè
presentavano i sintomi ma il test era negativo), e sieropositività
(test positivo) in assenza di AIDS.

La
reazione al test, evidentemente capricciosa, può legarsi alla salute
come alla malattia, è spesso associata ad un aumento aspecifico delle
immunoglobuline, il che si verifica in molte situazioni, come nel corso
di malattie autoimmuni, di infezioni croniche, di malaria, di
parassitosi, talvolta anche per motivi banali come una vaccinazione
antinfluenzale.

 

L’AIDS non si comporta come una malattia infettiva contagiosa:                      Nonostante l’allarmismo, l’AIDS è rimasto confinato a gruppi in cui sono presenti fattori di rischio ben precisi:

a)
tossicodipendenti: cioè individui che oltre a subire gli effetti
negativi dell’eroina, della cocaina, dell’alcool, delle anfetamine e di
altre sostanze psicotrope, si alimentano in maniera scorretta ed
insufficiente e sono colpiti in modo più o meno continuo da infezioni
multiple. Queste sono condizioni di immunodepressione (molte droghe
hanno effetto depressivo sul sistema immunitario).

b)
omosessuali: il problema riguarda gli utilizzatori sistematici di
droghe multiple, cocaina, extasy, alcool, nitriti assunti per via
inalatoria a forti dosi (i nitriti sono sostanze molto reattive,
causano immunodepressione, e vengono utilizzati per il loro effetto
afrodisiaco e rilassante per la muscolatura sfinterica).

c)
emofiliaci: I carichi di proteine estranee sono essi stessi
immunodepressivi sia in emofiliaci sieropositivi che sieronegativi.

 

Non esistono studi che dimostrino che l’AIDS è causato dall’HIV.

Kary
Mullis interpellò svariati virologi ed epidemiologi su dove trovare il
riferimento bibliografico che spiegasse come l’HIV provochi l’AIDS. Ma
nessuno dei colleghi  fu in grado di precisarlo.

 

La definizione della malattia:

Essa
comprende un alto numero di malattie già conosciute, attualmente esse
sono ben 29! Queste malattie non sono affatto associate sempre ad
immunodeficienza, sono definite AIDS se associate ad un test positivo. Se
una persona ha la tubercolosi e risulta sieropositiva allora "ha
l’AIDS". Se invece ha la tubercolosi ed il test è negativo, allora ha
"soltanto la tubercolosi".

 

Incubazione misteriosa:

Tutte le malattie infettive virali, salvo rare eccezioni, hanno una incubazione breve, di pochi giorni o settimane.
L’incubazione del virus dell’AIDS è stata calcolata inizialmente
attorno ai 18 mesi, per aumentare poi di anno in anno, fino a
raggiungere nel 1992, i 10/14 anni. A questo super-virus viene attribuito di tutto. Di volta in volta può essere furbissimo, tanto da sfuggire ad ogni tentativo di controllo da parte dei ricercatori, o viceversa, completamente "scemo".

 

L’allarme prostitute:

Le
prostitute non potevano non diventare le vittime designate delle
campagne propagandistiche dei tutori della nostra salute fisica e
morale. Sennonché, via via che passavano i mesi, si è visto che il
tasso di sieropositività era estremamente basso tra le prostitute. Al
31 Marzo 1995, su 27.043 casi solo 22 riguardavano prostitute non
tossicodipendenti (non dipende dalla maggior protezione, perché quelle
stesse prostitute presentavano un alto tasso di infezioni sessuali).

 

La terapia con AZT:

Sintetizzato nel 1964 come farmaco antitumorale.
Rimase inutilizzato per 20 anni, poiché si constatò sperimentalmente
che i topi leucemici trattati morivano in numero maggiore di quelli non
trattati. Ma perché questo farmaco così tossico, cancerogeno e privo di effetti benefici continua ad essere somministrato? La Wellcome
(casa farmaceutica produttrice) ha venduto 0.9 tonnellate nel 1987, ed
è passata a 44.7 tonnellate nel 1992. Il costo dell’AZT per malato è di
circa 450.000 lire al mese. Il profitto lordo per la Wellcome nel 1993 è stato di 586 miliardi di lire l’anno.

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