Francesco Specchia è parente di Massimo Numa

due cervelli con un neurone in comune…uniti dalla passione per la distorsione della realtà


Sabato a Torino per fare la guerra
Gli anarchici si danno appuntamento per dopodomani in piazza: «Manifestiamo per dire basta a un regime  sempre più opprimente». Previste più di mille persone, cittadini e commercianti temono la guerriglia 
dall’inviato a Torino
FRANCESCO SPECCHIA
II muro della scritta — "Una medaglia per Tartaglia"— sostiene ii Politecnico. Tomerà bello candido, come le vette innevate che fanno da sfondo alla Mole nella Torino delle cartoline. Lo riverniciano. II muro, in parte, Si disarma delle parole e degli slogan antiberlusconiani, schizzi d’intolleranza apparsi, nel giomo del dopo  Tartaglia anche sulla cinta dell’Ospedale Maria Vittoria tra falce & martello e una stella a cinque punte che, da questi parti, evoca anni terribili. E vero: a Torino la politica militarizzata rimane tagliata fuori dai corridoi aeroportuali dell’Universita; tra i dipartimend d’idraulica e meccanica razionale, perfino nei bar degli studenti in cui gli accenti stranieri si mescolano col caffe, l’ideologia e un vecchio amese. Ma e fuori, sotto il ponte di ferro, sidle pareti di via Castelfidardo 39 che, di sguincio, appaiono i manifesti. "State Agitati" compa  gni, recitano, tono del tazebao anni 70. "…In risposta a i continui at  tacchi delle istituzioni e media, scendiamo in piazza per dire basta a un regime sempre pill opprimente"; "la gente muore per stra  da per mano della polizia, la no  stra mente e manipolata dai media"; "all’ombra della paura contro la canea politico mediatica". poster, sormontati da un omino stilizzato che schianta catene
—presumibilmente del conformismo borghese annunciano la grande manifestazione di sabato prossimo. II 19 dicembre, alle 14, un corteo di protesta composto da estremisti, squatter ed anarchici di tutt’Italia, tagliera II cuore della citta. Da Porta Susa a via Pietro Micca, passando per piazza Castello e Vittorio Veneto, si preannuncia vento di guerriglia, pin di mille manifestanti assai motivati. Motivo ufficiale: la protesta anti —sgombero dei centri sociali torinesi che II Pd locale vorrebbe in pane regolarizzare, nonostante l’ordine del giorno del consiglio comunale abbia concertato la "solidarieta a Berlusconi" e l’impegno a stroncare "ogni impulso e spirale di violenza". Ma queste sono beghe locali. Iltimore naziona  le, invece, e che impulso e spirali potrebbero accendersi proprio nel collet). oll fronte degli antisgombero se allargato. Questi hanno promesso la guerra civile dopo alcune manifestazioni gia di per se violente come il G8 universitario del maggio scorso, dove si organizzarono con estintori e muri di plexiglas, bruciarono casso  netti, spaccarono vetrine» racconta Maurizio Marrone dirigente regionale della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl. «E non c’erano rivendicazioni specifiche; era solo una prova generale per il G8 dell’Aquila, poi abortito. Erano guidati dall’emittente anarchica Radio BlackOut, ospitata, tra l’altro, in immobili del Comune. Per il 19 ci aspettiamo la convergenza con i gruppi similari di tuna Italia dai No Tay agli Indipendentisti sardi». D’accordo, Marrone e di parte. Però non lo sono le associazioni commercianti del centro, oscillanti tra l’ira e lo sconcerto che la fiumana insurrezionalista possa esondare dalle piazze ai negozi fino, soprattutto, ai bilanci: «Un corteo nazionale di anarchici in centro sabato prima di Natale? La cosa peggiore». «Mi sembra una cosa scellerata. Mi auguro che le autorita lo impediscano» affenna II presidente di Confesercenti di Torino Antonio Carta al quotidiano Cronaca Qui; a costui fa eco l’assessore al Commercio Alessandro Altamura: «Non sono solo i commercianti ad essere sconcertati, ma anche i cittadini e gli amministratori: chiameremo questura e prefettura per capire se c’e la possibilita di un rinvio, a nche se mi pare improbabile». Improbabilissimo. Tutto e gia pronto. IL collettivo Asilo Okkupato catalizzera lo scontento dei centri anarchici della citta polverizzati tra sigle e siglette, e della penisola intera. Soggetti solitamente litigarelli tra loro saranno uniti nei momenti di disordine pubblico. Presenzieranno, proba  bilmente, anche i centri social El Paso, Gabrio, Askatasuna. Questi ultimi, simpatizzanti dell’Eta basca in zona Vanchiglia, vicino all’universita, hanno perfino allestito una palestra per aspiranti pugilatori con tanto di ring; il nome è "Antifa Boxe" da "antifascista " (interpretazione estensiva del termine) e "nasce come risposta
alle palestre a cui si avvicinano, ad esempio, i camerati conil culto del fisico e della violenza facile", come silegge sal sito. I Jn istruttore di Antifa venne arrestato peril lancio di una bomba carta; e lo scopo dell’associazione e di allenare gli iscritti. A che cosa è intuibile. A questa storia di odio e d’anarchia si contrapponeuna citta educata per partito preso. La Stampa ha ignorato — delicatezza verso il direttore le scritte contro II commissario Luigi Calabresi apparse invia Tiziano sul muro che dall’argine del Po si srotola ora sbianchettato perpendicolarmente alla sede del quotidiano. «Ne la stella a cinque punte ne le scritte contro Luigi Calabresi pro Pinch i ci preoccupano, sono marginal l’hurnusdegli anni 70 che fertilizzava la violenza nelle fabbriche oggi non c’e pin» cornmenta il vicedirettore Vittorio Sabadin «e i casi alla Tartaglia rimangono isolati. Ma esiste una fascia di dissenso che circonda i centri sociali della citta. Che è comunque ben contenuta dal sindaco, che nelle iniziative per la sicurezza va dritto per la sua strada». E forse 6 per questo che gli anarchici, apostrofano Chiamparino, simpaticamente, il "Podesta" . Torino assiste, aplomb sabaudo. Lo spiega bene Pier Luigi Peretti, ex analista finanziario ora taxista: «ATorino se succede qualcosa Si tende ad ignorare. All’apparenza c’e grande cortesia: anche le prostitute e i trans qui la  sciano la mancia. Il discorso è diverso, semmai, per gli spacciatori». Ma quella e un’altra storia…

 

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