Torino – Resoconto corteo in difesa degli squat

Resoconto corteo 19 Comunicato del Barocchio Squat

Torino – Resoconto corteo in difesa degli squat

Autore: ((A)) Link autore:

Resoconto corteo 19 Comunicato del Barocchio Squat

Nonostante i tentativi di impedire o di emarginare il corteo e
l’ennesimo “guasto” a radio Blackout il venerdì prima della
manifestazione del sabato, da Porta Susa siamo partiti in più di 1000,
diversamente da quello che affermano Stampa (600) e Repubblica(700) che
attingono con proverbiale scorrettezza giornalistica da un’unica fonte:
la questura.

Pare poi che i giornalisti dei due giornalacci abbiano notato solo
cose che possono essere usate contro i manifestanti. Una vetrina
interinale e un finestrino di un tram rotti – notizie non verificate,
ma di evidente fonte sbirresca – anche se questo è avvenuto a corteo
sciolto. Intanto la polizia, che aveva invaso Torino, con mossa
provocatoria impediva di defluire da via Rossini e dai Giardini Reali
verso il centro, creando ulteriori tensioni. E poi è stato imbrattato
un tempio dell’Idiozia, il Mc Donald’s, perbacco!

Ma i giornali si contraddicono tra di loro. Entrambi attentissimi
alle esigenze dei bottegai dichiarano, uno, che “tutti i negozianti…
hanno abbassato le serrande” (La Stampa), la Repubblica invece
intervista addirittura quelli che han tenuto aperto, dando però rilievo
a chi dice che a Torino “fanno tutti quello che vogliono” insomma c’è
troppa libertà.

I nostri “premi Pulitzer” arrivano a lamentarsi persino dei
“cartelli ingiuriosi” contro la TAV ed i CIE, entità superiori, care ai
padroni, che evidentemente non si possono offendere.

Prima della fine del corteo qualche cronista surgelato dal clima
polare se ne va e basta, e qualcuno si abbevera ancora alla fonte
poliziesca, magari per telefono. Così La Stampa chiuderà il racconto
mestamente “con l’arrivo davanti alla palazzina Fenix, sgomberata 4
anni fa. Una chiusura col botto: un paio di petardi rossi e verdi”.
Repubblica invece afferma che di fronte a Fenix in “corso S. Maurizio
hanno lanciato bottiglie (?) e fumogeni (?), tentando di appiccare il
fuoco alle porte (???)”.

Ognuno esprime la sua cifra di servilismo ai potenti e la ferma
condanna per chi si ribella, con un bellissimo piglio democratico.
Forse è il massimo che ci può offrire la stampa borghese.

Alla denigrazione ed alle falsità, i giornalisti aggiungono la
superficialità, per cui per fare un po’ di colore, al fine di attirare
l’attenzione del lettore sui fenomeni da linciare, non notano le
caratteristiche del corteo ma solo alcuni aspetti che somigliano di più
a ciò che già conoscono, agli allestimenti di un corteo istituzionale.

Aggiungiamo allora a ciò che è stato cassato dalla grande stampa
un’opera di autocostruzione che nonostante le grandi dimensioni (3m)
non è stata vista. Una grande bomba sferica e nera con miccia accesa
rossa, che viaggiava su un camion. Da essa si irradiavano le musiche ed
i discorsi degli occupanti, infatti conteneva – simbolicamente – i DJ
ed il mixer della manifestazione. Sopra c’era scritto AUTOGESTIONE. Era
enorme, davanti agli occhi di tutti, ma non l’hanno vista. Hanno invece
fatto finta di vedere, senza verificare, tutto quello che gli ha detto
la polizia. Bel mestiere il giornalista!

Stavolta mettiamo in evidenza la bestialità della stampa asservita. Ma aggiungiamo un commento.

I potenti della città, quelli a cui si rammenta STATE AGITATI con lo
striscione d’apertura, hanno visto sfilare per le strade ed i corsi
della città un corteo determinato ed incazzato che rende bene l’idea di
cosa potrebbe succedere se lo Stato volesse sradicare con la violenza
sbirresca che gli è propria, esperienze radicate da più di 20 anni a
Torino, che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone di
generazioni diverse, come ben si vedeva osservando il corteo.

Ribadiamo che l’AZIONE DIRETTA e l’AUTOGESTIONE – pratiche
libertarie – sono incompatibili con il Potere basato sulla delega e la
deresponsabilizzazione ed entrano naturalmente in conflitto con esso.
Ma che tutti coloro che si vogliono liberi le sosterranno sempre, costi
quel che costi.

Gli Squat non erogano servizi carenti nell’apparato statale, non
sono dei locali sfigati o delle case sporche, non sono un interessante
esperimento, non sono un deprimente laboratorio, non sono uno
“strumento per fare politica” ma bensì la nostra vita. Che noi ci
concediamo il lusso di vivere praticando l’utopia qui e adesso.
Realizzando e condividendo l’impossibile in questo deserto.

10 100 1000 OCCUPAZIONI

OGNI CASA SFITTA SARA’ OCCUPATA

OGNI SGOMBERO SARA’ UNA BARRICATA

barocchio squat garden west coast per l’anarchia

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