Il dossier contro Casa Pound in Procura: una risata li seppellirà

da http://cau.noblogs.org/post/2009/12/11/il-dossier-contro-casa-pound-in-procura-una-risata-li-seppellir

 

Il primo dicembre l’ex convento occupato da Casa Pound a Materdei è stato sgomberato. Il “sogno” generazionale
del portavoce Savuto e della presidentessa figlia dell’ ex Senatore
Florino (ex senatore, ex mazziere, ex amico del clan Misso etc etc) è
sfumato.

L’HMO non c’è più, ma loro non mollano, boia!

Il comitato elettorale per La Destra e il PDL a
Materdei, minacciano i loro animatori, in una maniera o nell’altra
riaprirà: lo annunciano scrivendolo sui muri del convento (“torniamo
subito”), lo ribadiscono l’8 dicembre aggredendo un altro ragazzo nella metropolitana, in attesa che gli venga assegnata una sede per le loro “meritorie” iniziative sociali e culturali.

A loro fianco in questo triste momento, gli amici di sempre: Schifone, che ha presenziato all’inaugurazione di HMO e, due giorni dopo, al suo sgombero, La Boccetta, il consigliere comunale Andrea Santoro, il consigliere municipale Barbato.

Ma soprattutto il potente apparato mediatico della destra campana: il quotidiano di Bocchino “Il Roma” e la televisione locale Televomero,
da sempre vicina ad An, di proprietà di un membro dei Lyons Napoli
(quando l’informazione incontra lo sgravo fiscale… ehm, la
beneficienza!).

Tanto sulle pagine de “Il Roma”, quanto durante la
trasmissione di TeleVomero “SOS città”, i giornalisti e gli esponenti
della destra campana hanno dato fondo a tutto il loro repertorio: i cattivoni studenti-noglobal-post brigatisti, che hanno infranto il sogno dell’ “avamposto della cultura” di Casa Pound, avrebbero confezionato una vera e propria “schedatura” dei politici locali napoletani della destra.

La penna brillante e coraggiosa di Claudio Silvestri de “il Roma”,
definisce “inquietante” il nostro lavoro, soprattutto perché
“cercherebbe” collegamenti tra la destra neo e post fascista con la
camorra.

A Schifone (lanciatore di bombe carta nelle piazze gremite di studenti), all’ “on.” Diodato (quello di "pianura ai pianuresi"), a papà Florino (solo nello scorso febbraio davanti ai magistrati per parlare della sua amicizia con il camorrista Misso), non ha fatto piacere che sia stato ricordato il loro passato e il loro presente di fascisti. Ne eravamo sicuri.

Rivendicando evidentemente un inaccettabile diritto all’oblio, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica e annunciato su “Il Roma” che DIGOS e antiterrorismo si stanno occupando del nostro lavoro di controinformazione.

Tant’è: siamo sicuri che le testate giornalistiche
da noi citate Il Mattino, L’Espresso, La Repubblica etc) per
ricostruire il “cursus honorum” dei fascisti in doppio petto della
nostra città abbiano dei team di avvocati di prim’ordine!

D’altra parte siamo sicuri anche che il consigliere
Barbato, che durante la trasmissione televisiva di Televomero ci ha
indicati come possibili “esecutori materiali di omicidi mirati”,
sia a conoscenza del fatto che non è nostra pratica quella di
presentare esposti in Procura, anche quando veniamo fatti oggetto di
isteriche quanto deliranti accuse …

Il consigliere Santoro continua autisticamente a rilanciare sul suo Facebook le
stesse accuse e la stessa domanda: “Al di là di gravi falsità ed offese
contenute sul dossier, quello che è preoccupante è la modalità con cui
alcuni estremisti di sinistra hanno elaborato le ben 68 pagine del
documento, con il chiaro intento di segnalare me ed altri colleghi come
i nemici da abbattere, un po’ come avveniva negli anni di piombo”. “A cosa serve quel dossier? Quale scopo vogliono raggiungere gli artefici di questo gesto?”, si chiede il consigliere…


Lo dovrebbe sapere: il nostro scopo è quello di parlare alla città,
agli studenti, ai lavoratori di cosa è il fascismo oggi, e di cosa è
stato ieri.

Sappiamo che la ricerca e la cultura non rientrano nel loro ordine di
idee, ma per farlo abbiamo solo sfogliato qualche libro, visitato
qualche emeroteca (quel luogo dove si conservano i giornali…), e usato
google, sottraendo qualche ora allo studio ed al lavoro.

E diversamente da Giuliana Covella – la giornalista compiacente di cui abbiamo già scritto qui -,
che guarda un po’ è “amica” su Facebook del consigliere Santoro e che
gli ha subito espresso apprezzamento per il comunicato, lo abbiamo
fatto rispondendo solo alle nostre coscienze, a nessun editore-padrone.

Ci sembra quasi pleonastico ribadire che ad essere schedati siamo noi, dalla questura,
insieme a tanti altri compagni che quotidianamente – lo testimoniano le
perquisizioni che abbiamo subito e le denunce accumulate negli scorsi
anni per “volantinaggi e manifestazioni non autorizzate”- pagano il
prezzo di un impegno per il recupero della memoria storica e per la
trasformazione del reale.

A loro vanno invece le poltrone, e la gestione del territorio e dello Stato,
che utilizzano per distruggere sistematicamente quei diritti
conquistati nei decenni scorsi dalle piazze gremite di studenti e di
lavoratori, quelle stesse piazze nelle quali Schifone lanciava bombe
carta… E poi beccano soldi, tanti soldi: basterebbe solo
citare quelli che l’editoria made in PDL rastrella dallo Stato nella
sola Campania!

Nel 2007 “L’Indipendente” di Bocchino ha ricevuto 2.406.579,59€ “Il Denaro” 2.459.799,42€ e “il Roma” 2.530.638,81€ (l’organo di stampa ufficiale di AN, il Secolo d’Italia 2.959.948,01€ e 3.098.741,40€ nel 2006 – cfr http://www.governo.it/DIE/dossier/contributi_editoria_2007/stampa.html)

Di fronte a tanti milioni di euro, fa quasi sorridere pensare
che il nostro dossier – costo di stampa ben un euro e cinquanta – abbia
dato così fastidio.

Quando lo abbiamo visto brandire al Consigliere Barbato – al quale comunque consigliamo un ripasso della grammatica italiana,
viste le sue illuminanti perle “"le immagini che stanno TRASCORRENDO
sullo schermo” e "i ragazzi che voi TARGATE come i peggiori del mondo"
– abbiamo avuto la conferma che stiamo lavorando nella direzione
giusta.

Abbiamo sorriso, ascoltando il consigliere Santoro
arrampicarsi sugli specchi quando sosteneva che “il concetto di
occupazione non si può applicare all’HMO poiché dentro c’era già un
contadino, e loro non si sono chiusi dentro”!

O quando ha difeso e “ringraziato” i ragazzi di casa Pound che “non volevano impossessarsi militarmente del quartiere”:
magari glielo dovrebbe spiegare meglio, Santoro, ai suoi ragazzi, che
brandire mazze tricolore alle 2 del pomeriggio al grido di “il
quartiere è nostro” e provocare un versamento di sangue ai polmoni ad
un ragazzo di 19 anni, di militaresco sa parecchio!

Siamo sicuri che gli squadristi di Casa Pound
possono sentirsi soddisfatti della difesa a spada tratta operata da
Santoro e Barbato in tv, dalle dichiarazioni di Schifone, dagli
articoli de Il Roma e della repressione delle forze dell’ordine nei
confronti del movimento antifascista. Legami familiari, amicizie e contiguità politiche da rinsaldare.

Del resto le elezioni sono vicine e ne vedremo ancora delle belle.

Gli unici a non essere rappresentati eravamo noi, il movimento
antifascista, le migliaia di persone che in questi mesi hanno fatto in
modo che Casa Pound non si insediasse nella nostra città, gli abitanti
di Materdei, le vittime delle loro aggressioni e le vittime (i
lavoratori, gli immigrati, gli studenti) delle politiche razziste e
classiste dei loro amici in doppiopetto.

Ma non ce ne rammarichiamo. Anzi.

A tal proposito, un particolare pensiero va al consigliere della II
Municipalità del PRC Moresco, presente durante il dibattito a
Televomero (ma totalmente assente nelle lotte!) che ci ha nuovamente
dimostrato le miserie della sinistra ex-parlamentare: ha infatti
dichiarato di "apprezzare l’intervento di Barbato" (che aveva appena
finito di accusarci di essere possibili esecutori materiali di
fantomatici omicidi politici), e che "laddove vi siano
schedature,laddove vi sia un illecito, la solidarietà va a chiunque si
senta colpito", aggiungendo che “occupare è sempre sbagliato” e che “a
volte i lupi incontrano altri lupi” (versione zoofila della tesi degli
opposti estremismi??)

Last but not least, il giovane rampollo del PD
napoletano, il consigliere Nicodemo: anche lui solidale con Santoro, al
punto da rinnovare l’invito per una leale collaborazione bipartisan
(ora che hanno firmato insieme per l’estradizione di Cesare Battisti) e
per il quale si fa “garante personalmente”.

Ma garante di cosa? Della sua “non-violenza” (lo speriamo visto che con noi è abbastanza incazzato…).

Eccoli, sono tutti nudi i “Re” delle nostri istituzioni locali: pronti a spalleggiarsi all’occorrenza in maniera trasversale.

Se non avessimo coscienza di quanto la loro azione
politica concorre a rendere peggiori le nostre condizioni di vita e più
triste e vigliacco il nostro paese, potrebbero farci quasi pena nel
loro affannoso tentativo di nascondere la realtà delle cose.

Alla “campagna d’odio” abbiamo già risposto il 7 dicembre, con un’iniziativa all’università
(dibattito e teatro), e risponderemo ancora sabato 12 scendendo in
piazza per ricordare la strage impunita di Piazza Fontana e portare più
avanti la lotta antifascista.

 

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Corteo contro gli sgomberi – Rassegna stampa

vai qui

http://piemonte.indymedia.org/article/6856 

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Radio Blackout è sotto sfratto

Torino, 17.12.2009

In piena linea con il
clima e l’acre odore che si respira in questi giorni di gioiosi sprechi
pre-natalizi, si confermano tutte le previsioni. Il 30 novembre 2009, è
venuta in scadenza la concessione dello stabile di via Cecchi che (per
ora) ospita Radio Blackout. Il 2 dicembre, ci viene frettolosamente
comunicato che in ragione della rifunzionalizzazione dell’area
(ricordate, l’accordo Comune di Torino – Associazione Vodafone Italia e
Umana Mente?) non potrà darsi corso al rinnovo. Tuttavia, visto che una
radio non può fare le valige come un qualunque
sfollato-scacciato-esiliato, abbiamo il “congruo” termine di rilascio
di 4 mesi. Data di scadenza, 31 marzo 2010.

Quindi?
Quindi ci viene sempre più spontaneo dire come si stia semplicemente edulcorando la pillola.
Non
veniamo sfrattati, non veniamo scacciati, siamo incompatibili. Ma
suvvia, in 4 mesi, si sposta il traliccio, impianto di trasmissione e
si va altrove (se si riesce).

Facile no?
Forse no. Forse non è così facile nascondere la polvere negli angoli o sotto il tappeto.
Rifiutandoci
il rinnovo di contratto, motivando il tutto con “incompatibilità sulle
nuove destinazioni d’uso”, si nega per intero tutto ciò che Radio
Blackout è, senza compromessi, senza se e senza ma.
Si nega la sua stessa esistenza.
Radio
Blackout parla di disagio, parla di lotte sociali. Ne siamo cronisti,
raccontiamo la violenza non spettacolarizzata in modalità plastico
porta-a-porta del manganello, la violenza di vite costrette alla
precarietà, la violenza della legge del mercato. Parliamo di questa
violenza, ed è oltremodo scomodo tutto ciò.
Diamo voce alle
minoranze, diamo voce ad immigrati, a coloro che sono costretti ad una
vita ancora più infima della peggiore idealizzabile qui nell’opulento
occidente,a coloro costretti ad abbandonare tutto, nella speranza di
ossigeno e di una vita migliore.
Siamo eco e la voce di tutte le
esperienze non conformi, non omologate, non commercializzate, e che
proprio per questo sono più dirette, prive di impalcature della diffusa
morale prostituta al dio denaro.
Parliamo di espressioni libere,
autoproduzione e autogestione, parliamo e suoniamo musica fatta con
cuore, stomaco e cervello, che si muove dalla primordiale urgenza
espressiva. E che delle manovre dell’economia, spesso, preferisce non
averci a che fare.
Tutto quanto questo, non rientra forse in un
ottica sociale, di progettualità di integrazione razziale e culturale,
di sponsorizzazione di esperienze giovanili, reali e concrete?
Tutto
questo, non è formalmente compito dell’Assessorato alle Politiche
Giovanili, che con dirette indicazioni del Sindaco, ci nega lo spazio?
Evidentemente,
il nostro non essere piegati alla logica di un colore politico
istituzionale (che a sua volta controlla questo o quell’editore, che
controlla questo o quel mezzo di comunicazione, che prende e rigira la
realtà, secondo piacimento di chi sta all’inizio della catena..) non è
assolutamente compatibile.

E’ dal 1992, che tra alti e bassi, proviamo a dar voce a chi non ha voce.
Togliendoci la sede, certo, non ci si sta obbligando alla chiusura; è tuttavia una mossa che ha lo stesso valore.
Siamo
una radio comunitaria, una delle poche in Italia, perlomeno una delle
poche non legate al potere economico e politico della chiesa. Siamo
autogestiti, non abbiamo editori, non ospitiamo pubblicità commerciali.
Non abbiamo mai chiesto finanziamenti pubblici, né tanto meno graviamo
sulle tasche dei cittadini.
Meglio un locale sfitto, che un ridotto incasso di 1300 euro. Meglio il nulla che la critica.
Meglio
toglierci di mezzo, piuttosto che provare ad ascoltarci e porsi qualche
sano personale dubbio, su questo bel mondo che viviamo.
La questione
da ora in avanti è più grossa, si parla di REALE censura. La partita in
ballo è sul diritto alla libera informazione, sulla libertà di
espressione. Questa da parte loro, è solo la prima mossa.
Da parte
nostra, è solo un inizio di un percorso. Siamo consapevoli, che il
piano di discussione, se questi sono i termini, si sposta su un tema
più ampio di un semplice rinnovo di contratto.

Data di scadenza 31 marzo 2010.
Noi l’etichetta sul tappo, non la troviamo..

RADIO BLACKOUT, dicembre 2009.

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Sab 19 Dic: Comunicato Percorso Ufficiale Corteo Contro Sgomberi e Repressione

fate girare siti email copia incolla

Sabato tutti tranquilli…

Comunicato Percorso Ufficiale Corteo Contro Sgomberi e Repressione

Torino Giovedì 17 Dicembre 2009

Questa sera siamo stati chiamati nuovamente in Qquestura per
trattare un percorso più decente rispetto a quello che ci avevano
ordinato lunedì scorso e che Noi abbiamo prontamente rifiutato.
Seppur non sia ancora formalizzato – il verbale d’autorizzazione la questura ce lo consegnerà domani – il percorso sarà questo:

-Partenza da Piazza XVIII Dicembre -Stazione Ferroviaria Torino Porta Susa
-Piazza Statuto
-Corso Principe Eugenio
-Via Cigna
-Lungo Dora
-Ponte Mosca
-Lungo Dora
-Corso XI Febbraio
-Corso Regina Margherita
-Corso San Maurizio- Giardini Irreali di Fenix.

Ci si vede
sabato 19 Dicembre Ore 14:00

Related Link: http://tuttosquat.net
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Francesco Specchia è parente di Massimo Numa

due cervelli con un neurone in comune…uniti dalla passione per la distorsione della realtà


Sabato a Torino per fare la guerra
Gli anarchici si danno appuntamento per dopodomani in piazza: «Manifestiamo per dire basta a un regime  sempre più opprimente». Previste più di mille persone, cittadini e commercianti temono la guerriglia 
dall’inviato a Torino
FRANCESCO SPECCHIA
II muro della scritta — "Una medaglia per Tartaglia"— sostiene ii Politecnico. Tomerà bello candido, come le vette innevate che fanno da sfondo alla Mole nella Torino delle cartoline. Lo riverniciano. II muro, in parte, Si disarma delle parole e degli slogan antiberlusconiani, schizzi d’intolleranza apparsi, nel giomo del dopo  Tartaglia anche sulla cinta dell’Ospedale Maria Vittoria tra falce & martello e una stella a cinque punte che, da questi parti, evoca anni terribili. E vero: a Torino la politica militarizzata rimane tagliata fuori dai corridoi aeroportuali dell’Universita; tra i dipartimend d’idraulica e meccanica razionale, perfino nei bar degli studenti in cui gli accenti stranieri si mescolano col caffe, l’ideologia e un vecchio amese. Ma e fuori, sotto il ponte di ferro, sidle pareti di via Castelfidardo 39 che, di sguincio, appaiono i manifesti. "State Agitati" compa  gni, recitano, tono del tazebao anni 70. "…In risposta a i continui at  tacchi delle istituzioni e media, scendiamo in piazza per dire basta a un regime sempre pill opprimente"; "la gente muore per stra  da per mano della polizia, la no  stra mente e manipolata dai media"; "all’ombra della paura contro la canea politico mediatica". poster, sormontati da un omino stilizzato che schianta catene
—presumibilmente del conformismo borghese annunciano la grande manifestazione di sabato prossimo. II 19 dicembre, alle 14, un corteo di protesta composto da estremisti, squatter ed anarchici di tutt’Italia, tagliera II cuore della citta. Da Porta Susa a via Pietro Micca, passando per piazza Castello e Vittorio Veneto, si preannuncia vento di guerriglia, pin di mille manifestanti assai motivati. Motivo ufficiale: la protesta anti —sgombero dei centri sociali torinesi che II Pd locale vorrebbe in pane regolarizzare, nonostante l’ordine del giorno del consiglio comunale abbia concertato la "solidarieta a Berlusconi" e l’impegno a stroncare "ogni impulso e spirale di violenza". Ma queste sono beghe locali. Iltimore naziona  le, invece, e che impulso e spirali potrebbero accendersi proprio nel collet). oll fronte degli antisgombero se allargato. Questi hanno promesso la guerra civile dopo alcune manifestazioni gia di per se violente come il G8 universitario del maggio scorso, dove si organizzarono con estintori e muri di plexiglas, bruciarono casso  netti, spaccarono vetrine» racconta Maurizio Marrone dirigente regionale della Giovane Italia, il movimento giovanile del Pdl. «E non c’erano rivendicazioni specifiche; era solo una prova generale per il G8 dell’Aquila, poi abortito. Erano guidati dall’emittente anarchica Radio BlackOut, ospitata, tra l’altro, in immobili del Comune. Per il 19 ci aspettiamo la convergenza con i gruppi similari di tuna Italia dai No Tay agli Indipendentisti sardi». D’accordo, Marrone e di parte. Però non lo sono le associazioni commercianti del centro, oscillanti tra l’ira e lo sconcerto che la fiumana insurrezionalista possa esondare dalle piazze ai negozi fino, soprattutto, ai bilanci: «Un corteo nazionale di anarchici in centro sabato prima di Natale? La cosa peggiore». «Mi sembra una cosa scellerata. Mi auguro che le autorita lo impediscano» affenna II presidente di Confesercenti di Torino Antonio Carta al quotidiano Cronaca Qui; a costui fa eco l’assessore al Commercio Alessandro Altamura: «Non sono solo i commercianti ad essere sconcertati, ma anche i cittadini e gli amministratori: chiameremo questura e prefettura per capire se c’e la possibilita di un rinvio, a nche se mi pare improbabile». Improbabilissimo. Tutto e gia pronto. IL collettivo Asilo Okkupato catalizzera lo scontento dei centri anarchici della citta polverizzati tra sigle e siglette, e della penisola intera. Soggetti solitamente litigarelli tra loro saranno uniti nei momenti di disordine pubblico. Presenzieranno, proba  bilmente, anche i centri social El Paso, Gabrio, Askatasuna. Questi ultimi, simpatizzanti dell’Eta basca in zona Vanchiglia, vicino all’universita, hanno perfino allestito una palestra per aspiranti pugilatori con tanto di ring; il nome è "Antifa Boxe" da "antifascista " (interpretazione estensiva del termine) e "nasce come risposta
alle palestre a cui si avvicinano, ad esempio, i camerati conil culto del fisico e della violenza facile", come silegge sal sito. I Jn istruttore di Antifa venne arrestato peril lancio di una bomba carta; e lo scopo dell’associazione e di allenare gli iscritti. A che cosa è intuibile. A questa storia di odio e d’anarchia si contrapponeuna citta educata per partito preso. La Stampa ha ignorato — delicatezza verso il direttore le scritte contro II commissario Luigi Calabresi apparse invia Tiziano sul muro che dall’argine del Po si srotola ora sbianchettato perpendicolarmente alla sede del quotidiano. «Ne la stella a cinque punte ne le scritte contro Luigi Calabresi pro Pinch i ci preoccupano, sono marginal l’hurnusdegli anni 70 che fertilizzava la violenza nelle fabbriche oggi non c’e pin» cornmenta il vicedirettore Vittorio Sabadin «e i casi alla Tartaglia rimangono isolati. Ma esiste una fascia di dissenso che circonda i centri sociali della citta. Che è comunque ben contenuta dal sindaco, che nelle iniziative per la sicurezza va dritto per la sua strada». E forse 6 per questo che gli anarchici, apostrofano Chiamparino, simpaticamente, il "Podesta" . Torino assiste, aplomb sabaudo. Lo spiega bene Pier Luigi Peretti, ex analista finanziario ora taxista: «ATorino se succede qualcosa Si tende ad ignorare. All’apparenza c’e grande cortesia: anche le prostitute e i trans qui la  sciano la mancia. Il discorso è diverso, semmai, per gli spacciatori». Ma quella e un’altra storia…

 

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Pillole di miseria dai social network pt2

facendo seguito all’articolo
http://www.informa-azione.info/pillole_di_miseria_dai_social_network
ecco una guida per chi non ha fatto a meno di iscriversi a facebook e ai suoi gruppi, che magicamente possono cambiare nome.

come difendersi:

Proprio per i cambi di nome la contromisura più efficace (oltre a
non iscriversi proprio a gruppi sospetti o assolutamente inutili) è
quella di attivare le notifiche da parte di Facebook per tali
avvenimenti. Per farlo basta seguire pochi semplici passi:

  1. Cliccare sul link Impostazioni in alto alla pagina
  2. Selezionare il tab Notifiche
  3. Spuntare la voce “cambia il nome di un gruppo al quale appartengo

 

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comunicato corteo 19 Dicembre ’09

all’Attenzione del movimento ed alla Questura di Torino

Turin 16 Dicembrre 2009

comunicato corteo 19/12/2009

All’unanimità l’assemblea del coordinamento contro gli sgomberi e la
repressione di torino, riunitasi al Mezcal squat alle ore 20 di
mercoledì 16/12/09.
Ritiene irricevibile la proposta di percorso
emarginante per il corteo di sabato 19 "contro gli sgomberi e la
repressione" che la questura, con singolare procedura "prescrive" ai
manifestanti.
Eravamo rimasti al fatto che i percorsi dei cortei
dovrebbero soltanto essere comunicati alle autorità di polIzia, che
evidetemente pensano diversamente e vedono la libertà di manifestare
come un satellite che ruota attorno al pianeta polizia.
Le nostre proposte di percorsi alternativi, almeno 3, non sono state considerate dall’autorità poliziesca.
L’appuntamento rimane fissato a Porta Susa alle ore 14 di sabato 19 dicembre ’09 .
Ci vediamo in piazza.

L’assemblea del coordinamento contro gli somberi e repressione

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Catania – Striscione “Occupa e Resisti” sulla chiesa di S.Nicola

tratto da
qui:
http://www.informa-azione.info/catania_striscione_occupa_e_resisti_sulla_chiesa_di_s_nicola

 La mattina di domenica 13/12/09, intorno alle ore nove, è comparso
uno striscione con su scritto Occupa e Resisti, lungo 45 metri, sulla
cupola della chiesa di San Nicola in solidarietà agli spazi occupati
sotto sgombero. I compagni, scesi dall’impalcatura, hanno trovato ad
aspettarli poliziotti e digos,prontamente sono stati identificati e
rilasciati poco dopo sul posto.

Di seguito il comunicato diffuso :


Un invito per chi c’è, una proposta per chi vuole esserci, un progetto per chi ci sarà…

Scopo principale è riaffermare il valore delle occupazioni. Che sono
non solo centri di aggregazione e socialità, laboratori e servizi, ma
luoghi dove s’impara ad esercitare il pensiero critico, luoghi di
confronto liberi da ammorbanti presenze istituzionali, spazi dove il
conflitto contro l’intero sistema vigente prende corpo e creatività.

Lontani da compromessi, tesi ad annullare la carica rivoluzionaria
insita nell’autogestione, che in quanto tale non chiede e cerca
legittimazioni, ma che si afferma nella realizzazione senza deleghe dei
propri desideri, alla riconquista del timone della propria vita.

Lontani da concertazioni che vogliono pacificare e ridurre
nell’alveo dell’innocuità, non resta altro che rispondere con l’azione
tesa a salvaguardare la diversità. Non c’interessano quindi ne
riconoscimenti, ne finanziamenti per le nostre attività, come ad alcuni
sedicenti “nazional-rivoluzionari”, crediamo che uno spazio occupato
nell’odierno sistema, sia uno spazio liberato nel mondo che ci
accingiamo a costruire, utilizzando pratiche e valori diversi da quelli
vigenti in ogni ambito. Le comunità giovanili e cose simili, parchi
giochi per allevare una nuova generazione di servi dei partiti, sono
una provocazione e un invito alla sottoscrizione entro una “mostruosa”
legalità.

È in nome della legalità che chi valica un confine finisce in un campo di concentramento.

È con la scusa della legalità che si muore in carcere come Stefano Cucchi.

È grazie alla legalità che sorgono impianti nocivi e inquinanti sotto casa.

E, benedetti dalla legalità, avvengono guerre e massacri.

LEGALITA’ NON E’ GIUSTIZIA, ma una comoda copertura con cui la
nostra classe dirigente perpetua il suo potere, mentre ci tiene
sottomessi e dipendenti dal suo volere.

Lo stato non regala niente ai suoi detrattori se non repressione e galera, sta a noi prenderci gli spazi che ci spettano.

Solidarietà al Velena squat (TO), all’Assillo Occupato (TN), al CPO Experia (CT), al Ca’ Neira (TO), all’Ostile (TO).

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Piazza Fontana: ecco i volti dei dirigenti della DIGOS che ieri davano ordini ai mazzieri!

Ecco i volti di alcuni dei dirigenti della DIGOS e della polizia che
ieri a Piazza Fontana davano ordini ai mazzieri in divisa nel tentativo
di impedire agli antifascisti di riprendersi la piazza!

Schediamo i dirigenti di polizia, Carabinieri e DIGOS, rendiamo noti i loro volti, i loro nomi e i loro recapiti!

Smascheriamo e schediamo i torturatori, gli assassini di detenuti, gli sbirri dal manganello facile!

Stiamogli
con il fiato sul collo, controlliamoli, facciamogli sentire la nostra
presenza, rendiamoli insicuri quando devono ordinare massacri e quando
li devono compiere, neutralizziamo il loro operato!

Smascheriamo le spie, i provocatori e gli infiltrati per scacciarli dal movimento e impedire che nuocciano!

Facciamo conoscere l’identità e la faccia dei fascisti e razzisti!

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[BO] Tre compagni arrestati al corteo contro FN

Bologna – Tre compagni arrestati al corteo contro Forza Nuova

Alle
19 di sabato un nutrito gruppo di antifascisti si è trovato in via Riva
Reno nei pressi della sede di Forza Nuova per contrastare l’iniziativa
di un concerto fascista organizzato nel centro di Bologna e per
provocazione proprio il 12 dicembre, a 40 anni dalla Strage di Piazza
Fontana e dall’uccisione di Pinelli nei locali della questura di
Milano. La polizia e i carabinieri, in tenuta antisommossa e con un
numero esagerato di camionette, schierati come se dovessero presidiare
la zona rossa del G8 difendevano i loro amici che intanto facevano il
saluto romano ben protetti e sicuri di non essere raggiunti. Quando è
arrivata la notizia che il concerto non lo avrebbero più fatto, un
gruppo si è spostato nelle vie del centro per dire alla città che non
può essere accettata così senza fiatare la presenza di queste merde. In
via Marconi il corteo è stato attaccato dagli sbirri che nel frattempo
avevano ricevuto rinforzi. Tre compagni sono stati buttati a terra e
ammanettati. Poi è iniziata una caccia all’uomo che è arrivata fino in
via Indipendenza dove altri quattro sono stati fermati. Tutti e sette
sono stati portati in questura dove i quattro modenesi, fermati in via
Indipendenza, sono stati rilasciati dopo qualche ora, mentre Nicu,
Robbi e Andrea sono stati arrestati con l’accusa di lesioni e
resistenza. Un presidio solidale è stato improvvisato sotto i locali
della questura. Lunedì ci sarà o l’udienza di convalida degli arresti o
il processo per direttissima, si riservano di dirlo entro domenica sera
(poverini si vede che devono pensarci stanotte con calma dopo le botte
che hanno dato).

Solidarietà agli arrestati

Morte ai fascisti e ai loro amici in divisa

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