Centri sociali, si va verso lo sgombero ma con gradualità

Torino 16 Novembre 2009

Hanno deciso
Vogliono sgomberare tutti i posti occupati torinesi.
Lo faranno con gradualità.
Lo hanno deciso questa mattina in prefettura dove le istituzioni si son
riunite in quello che si chiama Comitato per l’ordine pubblico e la
sicurezza. Si apprende dal TG RAI TRE PIEMONTE delle ore 14:00 che Gli sgomberi li effettueranno in modo graduale, per non creare inutili tensioni in città . Così dicono.
Nessun intervento immediato.Al Consiglio Comunale di Torino è stato
chiesto di esprimersi sugli sgomberi dei centri sociali con un ordine
del giorno, un atto politico di supporto a ciò che il Comitato per la
sicurezza ha deliberato.
In Consiglio Comunale se ne discuterà forse Lunedì prossimo – 23 Novembre 2009.
Ma la destra non concorda con la gradualità: parole di Agostino Ghiglia "Vogliamo
lo sgombero dei centri sociali occupati da delinquenti estremisti. Non
c’è nessuna possibilità di dialogo. Non va fatta nessuna trattativa.
Vanno sgomberati. L’unica cura è la tolleranza zero.
Chiamparino obbedisce!

altre news da

 da LASTAMPA.it

tutte le notizie

Ma le tensioni in città ci saranno! Eccome!
State agitati! Voi ed il Vostro Comitato per la sicurezza!

 

Related Link: http://tuttosquat.net/

Posted in CONTROINFORMAZIONE | Comments Off on Centri sociali, si va verso lo sgombero ma con gradualità

Resistenza agli sgomberi – Irruzione all’inaugurazione del TFF e comunicato unitario (video e cronaca)

Torino 13 Novembre 2009
Continua la campagna in difesa degli spazi sociali a Torino…

Al grido di “giù le mani dalle occupazioni” un centinaio di occupanti
dei centri sociali torinesi si sono presentati all’inaugurazione del
Torino Film Festival. Prontamente la polizia ha cercato di impedire
l’accesso all’ingresso del teatro regio provocando un certo sconcerto
tra i presenti che hanno mostrato solidarietà verso i manifestanti.
Dopo alcuni momenti di tensione con la celere, una nutrita delegazione
di manifestanti è riuscita ad entrare prendendo possesso del palco con
gli striscioni sotto gli applausi del pubblico. Applausi che si sono
ripetuti non appena terminata la lettura del comunicato unitario dei
centri sociali e case occupate di torino.

Comunicato Centri Sociali e Case Occupate Torinesi

Giù le mani dagli spazi occupati!

Nelle ultime settimane stiamo assistendo a prese di posizione da
parte di tutti i partiti politici (in perfetto accordo bipartisan tra
destra e sinistra) per sgomberare i centri sociali e le case occupate
di Torino.
Dai partiti razzisti come la Lega, passando per il Pdl e
arrivando fino al sindaco Chiamparino, la voce è una sola: “Sgomberare
gli spazi occupati!” Quasi come se questi spazi fossero “un problema”
per questa nostra città e non invece, come crediamo, una sua
peculiarità e ricchezza. La frase di Chiamparino: “sono il peggior
nemico dei centri sociali” è esemplare per capire il ruolo di capro
espiatorio che questi spazi dovrebbero rappresentare per il beneficio
esclusivo della casta politica istituzionale. Una politica fallimentare
e volta solo alla creazione di eventi mediatici, sempre pronta a farsi
bella davanti ad una cittadinanza di cui non vengono nemmeno concepiti
i bisogni concreti ed urgenti.

I centri sociali e le case occupate sono spazi
liberati da logiche di mercificazione e profitto. Spazi non omologati e
non omologabili in cui si vive una socialità altra, frutto
dell’autogestione, dell’autorganizzazione e della cooperazione
collettiva.
In decenni di presenza gli spazi occupati hanno
contribuito ad un arricchimento sociale e culturale della nostra città,
liberando spazi attraversati da migliaia e migliaia di giovani,
rappresentando un punto di riferimento alternativo alle logiche di
mercato. Migliaia di percorsi di vita si sono intrecciati negli spazi
occupati, condividendo idee, partecipando collettivamente alle
decisioni, creando insomma uno spazio all’interno della società non
basato su profitto e alienazione.

Non sono solo le mura dei posti occupati che sono
sotto attacco, ma la nostra capacità di essere incisivi nei processi di
trasformazione dell’esistente, di stare dentro i movimenti sociali e di
creare una socialità altra, non fondata su rapporti economici o
gerarchici, ma fatta di condivisione e partecipazione. In un momento in
cui la crisi economica e politica pesa su tutti gli aspetti della
società, case occupate e centri sociali rappresentano un modello
alternativo di vita, di socialità; un modello alternativo di far
politica, partendo dal basso, cercando risposte a bisogni e desideri
comuni. Questa forza collettiva non è rappresentabile, sopratutto non
da una casta di politici corrotti che hanno di mira soltanto la loro
riproduzione di casta e il mantenimento dei loro privilegi.
Interessati, insomma, alla solo gestione e alla ripetizione sempre
uguale del presente con tutto il suo squallore. Alla poltrona dei
politicanti contrapponiamo la volontà di cambiamento che nasce dalle
esigenze collettive e che si afferma con la forza dei movimenti sociali.

Poco ha da dire il caro podestà Chiamparino. Non
sarà di certo lui ad annientare decenni di esperienze di lotta nei
territori e quella enorme ricchezza in termini di produzione di
conflitto e criticità che queste esperienze portano con sé.
Sgomberateci pure: non sarà qualche edificio sequestrato o murato a
fermarci; anzi sarà un’occasione in più che ci viene offerta per farci
sentire e per far sentire quello che abbiamo da dire, pienamente consci
della nostra forza, del radicamento e dell’internità che abbiamo nelle
lotte sociali. Gli sgomberi saranno solo l’ennesimo sbaglio di palazzo,
regalando a noi ancora una volta più forza e più determinazione.
Chiamparino si occupi d’altro, non provi a toccare gli spazi occupati!

E poi, da dove verrebbero i soldi per la
“riqualifica” degli spazi occupati? Perché non vengono usati per
sistemare le centinaia di spazi vuoti o abbandonati che esistono città?
Perché non si utilizzano per far fronte ai dissesti di una crisi che
tra poco getterà sul lastrico centinaia di famiglie, a cassa
integrazione terminata? Perché non si preoccupano di trovare un tetto a
migranti e italiani che non ce la fanno più a sostenere un affitto?
Crediamo che una volta di più la Politica sia interessata ad attaccare
spazi liberi e liberati con la sola finalità di difendere se stessa da
chi gli oppone criticità.

Anche se sono tante le differenze che in questi anni
ci hanno contraddistinto, saremo tutti uniti, centri sociali e case
occupate, a difendere insieme ogni attacco contro questi spazi comuni,
collettivi, liberati.

20 anni di storia non si cancellano con un colpo di spugna!

 Centri Sociali  & Case Occupate del movimento torinese
     http://tuttosquat.net/  

 


dalla Stampa

 

Irruzione al Teatro Regio: «No agli sgomberi». E chiamparino
rinuncia alla prima

e. minucci, m. numa

D’accordo
era venerdì 13. E c’erano molte signore vestite di viola. Ma il
direttore Gianni Amelio si aspettava tutto, ieri sera, tranne di dover
fare i conti con un blitz degli autonomi alla prima del suo Tff. Che ha
costretto il sindaco Chiamparino a disertare il Regio. Le luci che
annunciano l’inizio dello spettacolo stavano già spegnendosi. Regio da
grandi occasioni, ospiti e autorità che hanno già consegnato il
cappotto. Peccato che alle 20,35 una cinquantina di autonomi dei centri
sociali Askatasuna e Gabrio, più gli anarchici delle case occupate di
Torino e Grugliasco irrompono prima nell’atrio e poi, dopo una tesa
trattativa condotta dallo stesso direttore del Festival, una trentina
di antagonisti, guidati da Andrea Bonadonna e dal professor Mario
Frisetti detto «Schizzo», hanno ottenuto di entrare in platea, salire
sul palco e leggere il loro proclama.

«Alcuni avevano comprato
il biglietto e sono già all’interno – spiega Amelio, concitato,
rivolgendosi al presidente Barbera – inutile bloccare questi che sono
fuori, i loro amici saboterebbero comunque lo spettacolo. Io non amo la
violenza e quando qualcuno mi chiede qualcosa rispondo e cerco di
capire che cosa vuole dirmi. È chiaro che questi ragazzi cercano
risonanza. Poi: «Li conosco personalmente, a suo tempo avevano già
interrotto le riprese di “Così ridevano”. Meglio trattare». La polizia,
in un primo tempo, aveva allontanato, anche in modo deciso, dal foyer,
gli antagonisti, poi li ha lasciati sfilare senza ulteriori tensioni.
Mezz’ora di «okkupazione», con le signore in abito da sera costrette a
misurarsi con i cappottoni neri e le kefie.

Se non altro, il
sindaco, al centro della contestazione, è stato avvertito per tempo dal
questore e ha preferito tornarsene a casa: «Non avevo nessuna
intenzione di assistere al solito spettacolino, una pagliacciata
inutile», ha commentato. In compenso, in platea, erano già accomodati
la presidente della Regione Bresso, gli assessori alla Cultura Alfieri
e Oliva, la giurata Maya Sansa, il regista Davide Ferrario, l’assessore
Bairati, il presidente della Rai Paolo Garimberti, quello di Sai
Fondiaria Fausto Marchionni. Tutti ammutoliti a guardare quel palco
dominato da striscioni e manifesti: «Giù le mani dalle case occupate».

Una
ragazza legge il lungo comunicato: «I centri sociali e le case occupate
sono spazi liberati da logiche di mercificazione e di profitto. Spazi
non omologati e non omologabili in cui si vive una socialità altra,
frutto dell’autogestione…rappresentano un punto alternativo alle
logiche di mercato». Alla fine al Regio qualcuno applaude, ma gli
spettatori confidano che è un applauso di liberazione, perchè
finalmente può cominciare il film, «Nowhere Boy» di Sam Taylor Wood.
Alla fine, quelli di «Aska» rientrano nella palazzina rossa di corso
Regina mentre gli anarchici si appostano in piazza Castello, mettendo i
loro striscioni sul monumento del Duca d’Aosta.

E dire che
sino alle 20,25 era tutto filato liscio, con il patron Amelio che si
arrabbia soltanto quando i cronisti chiedono lumi sul suo cachet, ma
per il resto si concede la parte del divo sotto braccio a Maya Sansa
perfetta nel suo abitino Gucci nero: «Mi hanno detto di non parlare con
i cronisti di film, ma posso dirvi che Torino è stupenda». Perfetta
anche Mercedes Bresso che promette al direttore Amelio una copia del
suo libro e gli giura che non è mai stata «una morettiana». Si parla di
tagli, nel foyer, di un’edizione tutta sostanza, con un catering più
contenuto degli anni precedenti. Cinque minuti dopo il film «Nowhere
boy» avrebbe avuto il prologo inedito dell’irruzione degli autonomi.
Nel caos qualcuno azzarda: sembra un film sui Beatles, con la polizia
che tiene a fatica i fan. Invece è tutto vero.

"Sono pagliacci ma c’è chi solidarizza"

Lo sfogo amaro del sindaco

alessandro mondo

torino

A
questo punto non vado, non mi presto a simili pagliacciate». Sergio
Chiamparino apprende del «blitz» operato dagli squatter mentre sta per
recarsi al Regio e, quasi d’impulso, decide di lasciar perdere: «Andare
sarebbe un modo per dare loro importanza. E comunque, niente di nuovo
sotto il sole». Con una differenza: questa volta l’ennesima azione
dimostrativa dei centri sociali si inserisce nel confronto tra Comune,
Prefettura e Questura per decidere il futuro degli spazi occupati sotto
la Mole. Anzi: è stato innescato proprio da quello.

Il che non
smuove il sindaco. «Questa azione risponde ad una strategia precisa e
per quanto mi riguarda non cambia la situazione di una virgola.
Evidentemente c’è una coazione a ripetere da parte di questa gente. È
altrettanto evidente l’esistenza di un movimento tanto minoritario
quanto molesto che forse, questa volta, ha trovato un humus
favorevole…». Sarebbe a dire? «Beh, credo che parte del pubblico lo
guardi con simpatia. In ogni caso, resto al programma e alla tempistica
che ci siamo dati. Lunedì la conferenza dei capigruppo incontrerà il
prefetto e il questore sul tema dei centri sociali. Mi rimetto alle
decisioni assunte nell’ultimo Comitato per l’ordine e la sicurezza».

Di
più, il sindaco non vuole dire. Acqua fresca rispetto al tiro
incrociato da parte di Pdl e Lega, che sparano a palle incatenate:
contro gli squatter e contro di lui, accusato di aver lisciato il pelo
agli anarchici per troppo tempo. Enzo Ghigo, coordinatore regionale
Pdl, non ha dubbi: «Rispetto le forze dell’ordine, ma aver autorizzato
l’ingresso di una delegazione è stato un segno di debolezza. In questo
Paese il diritto di manifestare è garantito, altra cosa il ricatto.
Colpa dell’atteggiamento troppo lasco mantenuto negli anni». Agostino
Ghiglia, An-Pdl, ha un diavolo per capello: «Questa teppaglia non può
essere eletta ad interlocutore. Sono emarginati sociali, come tali
vanno trattati. E Chiamparino? La settimana scorsa aveva promesso un
piano di riutilizzo dei centri sociali… Qualcuno lo ha visto?». Mario
Carossa, capogruppo della Lega, temeva il peggio fin dal pomeriggio.
Una trentina di squatter lo avevano contestato al «Caffè Norman» dopo
che Roberto Cota aveva illustrato la raccolta-firme del partito per
difendere l’esposizione del crocifisso: «Me ne sono andato scortato
dalla polizia. Sbaglia chi vuole discutere con questa gente».

Sul fronte opposto Andrea Giorgis, capogruppo Pd in Sala Rossa, invita
a non perdere la testa: «Bene abbiamo fatto a chiedere l’incontro con
il prefetto e con il questore per capire quali strategie vogliono
seguire. Premesso che bisogna distinguere tra la legittima
manifestazione di dissenso e la violenza, anche noi attendiamo
risposte». «Nervi saldi – ammonisce Vincenzo Chieppa, segretario
provinciale dei Comunisti Italiani -. Ma l’aumento della tensione
dimostra che è sbagliata la volontà di chiudere indiscriminatamente i
centri sociali».

 


dalla Repubblica

 

Vernissage da anni Settanta
il Tff si apre con un´occupazione

La
nuova era è cominciata, l’Amelio Film Festival si apre stasera.
Duecentocinquanta film che sembrano scelti apposta per allargare il
pubblico In sala, con gli ospiti abituali delle vernici sabaude, Alba
Rohrwacher che sta girando "La solitudine dei numeri primi" e il
presidente Rai. Milletrecento spettatori al Regio, posti ormai esauriti
di Paolo Griseri

Se il richiamo di un festival si vede dalle contestazioni, grazie
ai centro sociali Gianni Amelio ha già vinto la sfida a distanza
con Nanni Moretti. Alle 20 davanti al Teatro Regio il clima è
quello dei vernissage della Scala negli anni Settanta. Polizia con
scudi e caschi calati, gruppi di ragazzi che tentano di entrare nel
teatro, slogan e striscioni. Si contesta la politica del sindaco
che ha annunciato il prossimo sgombero dei centri sociali: «Giù le
mani dagli spazi occupati». Animano la protesta il Gabrio,
Askatatsuna, e l´arcipelago anarchico Case Occupate. Hanno scelto
la prima del Tff per far conoscere il loro punto di vista.
Fin dal pomeriggio il sindaco è tenuto al corrente dell´evolversi
della situazione. Mezz´ora prima dell´inizio della serata il
questore sconsiglia Chiamparino: «Signor sindaco, non ci sono le
condizioni per garantire la sua sicurezza».
Chiamparino rimane a casa mentre di fronte al teatro si apre la
trattativa: posta in gioco, lo svolgimento stesso della prima
serata del festival. Amelio tenta la mediazione. Il dialogo dura
alcuni minuti: «Sono una persona non violenta – chiarisce il
regista – e non sono tra quelli che impediscono di esprimere i
propri punti di vista. Questo però deve avvenire nel rispetto di
tutti». Un negoziato reso complicato dal fatto che all´interno del
teatro si trovano già una ventina di ragazzi pronti a salire sul
palco.

In platea siede Mercedes Bresso. La presidente è incerta tra la
critica alla scelta di far parlare i ragazzi dei centri sociali e
la necessità di garantire la partenza del festival: «Non capisco
perché hanno voluto leggere dal palco un testo che ci avevano
distribuito come volantino all´ingresso. Però comprendo anche che
si dovesse garantire l´ordinato svolgimento della serata. Comunque,
io non li avrei fatti parlare». Intanto la colonna sonora è quella
di Give peace a chance. Dai una possibilità alla pace, cult del
periodo orientale di Lennon.

L´inno sortisce l´effetto sperato, tranquillizza gli animi e
consente la partenza della serata con qualche minuto di ritardo.
Gli striscioni si srotolano di fronte agli spettatori e una ragazza
legge il volantino che attacca la scelta «bipartisan di destra e
sinistra per espellerci dai posti occupati. Ci sembra veramente
incredibile che in una città come Torino afflitta da una crisi
economica grave e profonda, dove i servizi vengono ristretti da
un´amministrazione comunale che prova in tutti i modi a fare cassa
per coprire i debiti delle Olimpiadi del 2006, l´emergenza del
sindaco sia quella dello sgombero dei centri sociali».

//
Osservano perplessi in sala alcuni ospiti, tra i quali i vertici
della magistratura torinese. Alla fine si riarrotolano gli
striscioni e lo schermo è tutto per John Lennon. Il nemico non è
più Sergio Chiamparino ma tal Lindon Johnson, presidente degli
Stati Uniti impegnato nell´escalation della guerra in Vietnam.

(14 novembre 2009)

da Youtube

 

Posted in CONTROINFORMAZIONE | Comments Off on Resistenza agli sgomberi – Irruzione all’inaugurazione del TFF e comunicato unitario (video e cronaca)

Minacce e perquise al barocchio squat

Minacce e perquise al barocchio squat

Giovedì 12 Novembre 2009

Grugliasco West Coast

Come naturale prosecuzione della campagna diffamatoria contro gli squat torinesi. Le istituzioni fomentano la tensione minacciando di sgombero le case storiche. Oggi Giovedì 12 novembre 2009, attaccano il Barocchio presentandosi in forze -di 16 DIGOS- alle sette del mattino spiegando che non vogliono sgomberare ma devono notificare e perquisire un occupante. La vittima dell’infausta sveglia, dopo la perquisizione ha dovuto seguire la polizia fino alla
vicina caserma per la perquisizione dell’auto. La notifica riguardante
la perquisizione si rifa ad un’azione notturna dove vi è stato un danneggiamento alla statua dei caduti di Nassiriya
. Atto compiuto da ignoti come rapprsaglia in seguito all’assoluzione da parte della corte europea di Strasburgo, del carabiniere Placanica colpevole di aver assassinato Carlo Giuliani. Oggi ricade il sesto anniversario dell’attacco a Nassiriya, si è voluto quindi portare all’onore delle cronache la persecuzione di chi disapprova attivamente il potere e le sue guerre, tramite azioni innocue e dimosrative.

 

qui un post preso da infoaut

Provocazione al Barocchio: perquisizioni e un fermo all’alba


Torino – Nel generale clima cittadino di campagna politico-mediatica contro gli spazi sociali occupati, una campagna
orchestrata ed etero-diretta dall’alto, si inserisce questa nuova iniziativa della questura torinese contro una storica casa occupata della città.
Grande mobilitazione di forze dell’ordine e perquisizioni per un fatto di ordinaria contestazione (perdipiù anonima) alla retorica
patriottarda e militaresca che accompagna le celebrazioni del 4 novembre. Come non leggere nell’operazione di questa mattina una volontà di intimidazione ai singoli nell’alveo della più generale capagna pubblica contro gli spazi sociali, portata avanti in queste settimane a colpi di disinformazione programmatica?Ovviamente
perquisizioni e fermi che non hanno portato a niente… com’era da
aspettarsi!

 

Posted in CONTROINFORMAZIONE | Comments Off on Minacce e perquise al barocchio squat

Torino – Ultime prove di regime

da http://www.informa-azione.info/to_ultime_prove_di_regime

quando conta più la sicurezza e l’ordine pubblico che la libertà e la solidarietà

Queste parole sono rivolte a
tutti quelli che ancora pensano che la libertà sia uno dei valori più
importanti per l’essere umano, a quelli che credono ancora
nell’antifascismo e che non lo trovano anacronistico, a quelli che
desiderano, in quest’epoca in cui la televisione domina ogni desiderio
ed ogni pensiero, mantenere la loro creatività e la loro possibilità di
autodeterminazione, a tutti quelli che non si sono ancora rassegnati a
svendere la loro libertà in cambio di una presunta sicurezza.

 

”Sicurezza”: cosa significa? Perché ci fanno credere che ce ne sia così bisogno?

In un momento in cui
questa parola è sempre più frequente sulla bocca di tutti, trasformata
in una questione prettamente “militare”, e rivolta soprattutto ad
eliminare alla vista il diverso in nome del decoro, sembra che però ci
si dimentichi altre accezioni: la sicurezza di un lavoro, la sicurezza
di una casa, di un presente ma soprattutto di un futuro, sicurezza di
sentirsi liberi di poter vivere la propria vita e fare delle scelte..
nulla di tutto ciò ci viene garantito dai decreti antibivacco, dalla
presenza di carabinieri col mitra spianato a ogni incrocio di vie o da
alpini a passeggio per la città.

 

In perfetta sintonia
con il governo, che dall’alto della sua presunta autorità morale si
permette di limitare sempre più lo spazio di azione dell’individuo
ingabbiandolo nel ruolo di cittadino passivo e accondiscendente,
lasciando invece totale discrezione
a chi muove i suoi ingranaggi, le autorità cittadine hanno annunciato
che procederanno al più presto allo sgombero di tutte le realtà
occupate e autogestite di Torino, per ripristinare la tanto declamata
legalità.

Il comune si vanta di
restituire alla cittadinanza gli edifici ora occupati, assegnandoli per
attività sociali: ma, anche dai toni che ha assunto il dibattito
politico, ci sembra invece che stia tentando disperatamente di trovare
qualche destinazione plausibile (con un’associazione pronta a ereditare
le conseguenze di uno sgombero) che legittimi la chiusura dei posti
occupati, non perchè effettivamente ci sia bisogno di uno spazio – ogni
quartiere abbonda di edifici pubblici abbandonati – ma per mettere a
tacere una voce di dissenso. L’esperienza insegna che nei fatti gli
stabili torneranno a quel degrado in cui si trovavano prima di essere
occupati, o ospiteranno attività che non restituiscono lo spazio alla
città ma piuttosto costruiscono nuovi recinti, di fatto impedendone
l’accesso. Mentre adesso negli spazi occupati si svolgono attività che
sono aperte a chiunque ne abbia piacere: dalle palestre alle cucine
passando per tutti i concerti e gli incontri che vi si organizzano, le
proiezioni di film e i dibattiti.

Ma in tutto l’inchiostro versato per sparlare dei “centri sociali” si è riusciti a parlare sempre e solo di ordine pubblico.

Ed esclusivamente di
ordine pubblico si è parlato anche due sabati fa, quando un gruppo di
persone ha impedito un presidio di Casa Pound in piazza San Carlo e
rovesciato un gazebo della Lega Nord in piazza Castello.

Si è infatti cercato
di far passare quei fatti per un’azione di pochi facinorosi, quando in
realtà in piazza c’erano studenti, lavoratori, passanti indignati
perchè le istituzioni garantiscono agibilità politica a gruppi
dichiaratamente neofascisti (concedendo loro una legittimazione vietata
persino nella Costituzione) e perchè non possono sopportare che un
partito che ha attuato leggi razziste se ne stia tranquillamente in
piazza a diffondere i propri messaggi di intolleranza.

Ricordiamo che
l’attuale maggioranza ha promulgato le leggi sui respingimenti dei
clandestini ed ha approvato il pacchetto sicurezza: questo vuol dire
togliere a chi è già in Italia qualsiasi primario diritto, quale
l’istruzione o le cure, e condannare ogni giorno a torture e morte chi
cerca di raggiungere una vita migliore fuggendo da situazioni di guerra
e di estrema povertà.

E non si può non
riconoscere le somiglianze tra le ronde (padane o nazionali che siano)
organizzate da privati cittadini, con i “fasci” o meglio le squadracce
nere del tanto aborrito ventennio fascista. E le nuove squadracce si
accaniscono sulle situazioni di “degrado sociale”, su cui sono state
dirottate le paure collettive in modo funzionale agli interessi del
potere, che attraverso la criminalizzazione del diverso e della povertà
distrae da ogni altro problema e rafforza il controllo sociale.

Ma chi coglie queste
dinamiche e indignato cerca di farle emergere viene tacciato di
pericolosità e obbligato a tacere. Ma non è forse una legalità ipocrita
quella di chi legittima e diffonde una mentalità razzista e pretende il
rispetto dell’ “ordine publlico” da chi cerca di contrastare la
diffusione di queste pericolose idee?

Chi è il vero violento?

 

In questo triste
scenario politico sociale i luoghi occupati rimangono uno dei pochi
posti dove viene lasciato spazio a rapporti fra individui che non siano
filtrati dalla mercificazione e dal denaro, in cui può essere lasciato
spazio alla creatività senza che questa venga strizzata e rovinata da
un’idea meritocratica, in cui si possa portare avanti una
controinformazione libera senza secondi fini, se non la conoscenza.

Si tratta di luoghi di incontro dove il denaro o la competitività non mediano i rapporti.

Si tratta di uno dei pochi luoghi dove ancora si pratica un antifascismo militante…

Non ci rivolgiamo a
quelli che nelle case occupate ci vengono abitualmente, ma a tutti
quelli che pensano che la diversità delle idee possa avere un qualche
valore.

 

Perchè tutto ciò che è diverso
da una proposta ufficiale e “comune”, sembra essere automaticamente
“sbagliato” agli occhi dei più, che si tratti di dove vivere o di come
divertirsi. Ma perchè fa così dannatamente paura?

 

Riteniamo che a
Torino la perdita delle case occupate non sarebbe una perdita solo per
gli occupanti e gli interessati, non sarebbe soltanto la fine di
un’esperienza di libera autogestione, ma sarebbe soprattutto una
perdita per tutta la città, un passo indietro, si tratterebbe della
perdita di un pezzetto di libertà, perché, per quanto condivisibile o
criticabile, l’esistenza di questi luoghi va innegabilmente di pari
passo con l’esistenza reale della libertà di espressione. Accettare e
giustificare incondizionatamente lo sgombero di ogni spazio occupato
vorrebbe dire fare un passo in più verso una normalità che è
omologazione, e legittimare ancora di più la repressione già purtroppo
ampiamente tollerata.

 

Mettiamoci in gioco per difendere quel poco che rimane della nostra libertà.

 

 

Per info

ascoltate radio blackout FM 105.250 www.radioblackout.org

www.informa-azione.info www.tuttosquat.net

 

Posted in CONTROINFORMAZIONE | Comments Off on Torino – Ultime prove di regime

È nato Lostile Occupato

da http://www.autistici.org/macerie/?p=21913

 

Alle sette di sera di venerdì 6 novembre, dai microfoni di Radio
Blackout viene annunciata una nuova occupazione a Torino. Si chiama
Lostile Occupato, e si trova in corso Vercelli 32, a due passi da Porta
Palazzo. Senza menarla troppo per le lunghe con proclami altisonanti,
per capire che tipo di occupazione sia basta dare un’occhiata al
calendario delle prossime iniziative.

 

Scarica, stampa e diffondi la locandina.

Posted in EVENTI | Comments Off on È nato Lostile Occupato

Torino – Nuova occupazione

venerdì 6 novembre

un nuovo spazio viene liberato in risposta alle minacce repressive

L’OSTILE OCCUPATO

corso Vercelli 32

ACCORRETE NUMEROSI, PORTATE SOLIDARIETÀ

 

per aggiornamenti ascoltate Radio Blackout

105.250 FM

http://www.radioblackout.org/streaming/ 

Posted in Generale | Comments Off on Torino – Nuova occupazione

Torino – Vogliono sgomberare l’asilosquat

Lo sgombero dell’Asilo Occupato di Via Alessandria è stato deciso.
Non si tratta ormai di sapere più se ma solo quando. Alcune voci dai
palazzi del potere affermano si tratti solo di una questione di
comodità, se cioè eseguire lo sgombero nelle prossime giornate oppure
agire di sorpresa tra qualche settimana, finita la canea mediatica di
questi giorni.

 

Fatto sta che la decisione è stata presa: un altro pezzo di città libera viene sacrificato da Chiamparino per zittire una destra sempre più idrofoba ed assetata di repressione. Repressione che il sindaco ha sempre pubblicamente evocato e sostenuto a sua volta, sia chiaro.

Viene invocato, da entrambi gli schieramenti politici, ed all’unanimità, “il ripristino della legalità”. La stessa legalità che viene bellamente ignorata in Sala Rossa, quando si tratta di intervenire contro il lavoro nero, le case affittate per centinaia di euro ai poveri ed agli stranieri senza alcuno straccio di contratto), il mancato rispetto delle leggi di sicurezza sul lavoro che ogni giorno mietono decine di vittime tra morti e feriti.

Per
tutto questo c’è tempo. Invece, quando si tratta di una libera
esperienza di autogestione ecco allora che la sete di legalità scatena
un’ansia incontenibile tra i potenti che corrono subito ad invocare
repressione, arresti e manganellate.

Si vogliono cancellare 14 anni di autogestione a Porta Palazzo per mascherare le vere magagne di una Torino sull’orlo del collasso:
disoccupazione crescente, debiti miliardari per la kermesse olimpica,
strade e piazze militarizzate per reprimere con la violenza il
malcontento sempre più diffuso e dilagante.

 

Lo
sgombero dell’Asilo Occupato si prefigge come uno dei tanti fallimenti
di una giunta di sinistra che dopo aver depauperato la città per conto
dei padroni delle olimpiadi (gli stessi che prima dominavano le
ferriere), ed aver aperto la strada al disastro ecologico del TAV, ora
si appresta a voler
consegnare alla destra fascista una città “ripulita”
dei pochi che ancora osavano andare in piazza a smascherare i nuovi
fascisti, ormai sempre meno paurosi di mostrarsi in pubblico.

Fermiamo le fasulle pretese legalitarie di un potere corrotto e nocivo!

Impediamo lo sgombero dell’Asilo Occupato, non permettiamogli di reprimere un’esperienza di autogestione.

Orecchie ed occhi ben aperti per le iniziative di risposta che ci saranno a breve!

 

 

Sabato 7 novembre ore 11 assemblea aperta all’asilosquat
                                ore 13 dal Balon corteo in quartiere

 
 
Gli occupanti dell’Asilosquat
Via Alessandria 12

Porta Palazzo Turin

Posted in CONTROINFORMAZIONE | Comments Off on Torino – Vogliono sgomberare l’asilosquat

Torino assemblea cittadina contro gli sgomberi + corteo dal Balon

torino squatters vi invita

fate girare la voce, copiate ed incollate

postate in giro I posti non si toccano!

 

assemblea cittadina contro gli sgomberi + corteo dal Balon

Torino
sabato Sette Novembre 2009

ore 11 del mattino

Assemblea aperta a tutti i frequentatori
dei Centri Sociali e degli Squat torinesi.
Sembra che a Torino vogliano sgomberare
tutti gli spazi occupati.
Ne discuteremo presso l’Asilosquat .

A seguire dalle ore 13:00
partenza dal Balon – solito posto, via BorgoDora, di fronte la
panetteria per un primo corteo in risposta contro gli sgomberatori
Chiamparino e Compagnia Brutta -di destra e della finta sinistra-

Nei prossimi giorni ci sarà molto da divertirsi

Allora sabato dalle 10 del mattino
presso

l’Asilo Squat:

Via Alessandria, 12
10152 Torino

Dalla Stazione Ferroviaria To-Portanuova
Tram Linea 4,
bus 11, 12
Dalla Stazione Ferroviaria To PortaSusa
bus 51 & 51/
Altri mezzi che passano in zona:
Tram Linea 18

Bus 19 dalla sera diventa 119 e parte da via Bertola(Nei pressi capolinea 72, 72barr)
Altri Bus che passano in zona Asilo
Bus: 27, 57, 50

Tuttosquat – Il giornale malandrino degli squatter di torino

Sito Sempre in continuo aggiornamento.

Saluti infuocati dalla Red di
http://tuttosquat.net/

Posted in EVENTI | Comments Off on Torino assemblea cittadina contro gli sgomberi + corteo dal Balon

Sulla manifestazione di Sabato a Trento in solidarietà agli spazi occupati

Banditi ovunque…

 

Una città di fantasmi che producono e
consumano. Una città morta. Questo vorrebbero.

E allora sgomberano e murano gli spazi
autogestiti in cui incontrarsi, sognare, lottare.

E allora cacciano, espellono, mettono al
bando chiunque trasgredisca le regole del potere e del denaro.

Così
il 15 ottobre l’Assillo occupato di via Manzoni è stato sgomberato,
dopo un mese di dibattiti, concerti, cene, proiezioni, …vita.
L’edificio è ora tornato a immagine e somiglianza della città che
vorrebbero: vuoto e morto.

Non contento dello sgombero e delle
denunce, il questore Caldarola ha emesso nei confronti degli occupanti
12
fogli di via
(ora diventati 23) dal Comune di Trento della durata di 3 anni. Due fra
questi banditi sono addirittura ragazzi che frequentano le scuole
superiori in città.

In
questo modo, senza alcun processo e con un provvedimento tipicamente
fascista, le autorità vorrebbero sradicare la voglia di lottare e di
aprire spazi di libertà.

Queste misure sono un chiaro avvertimento
per tutti (“Guai a chi protesta!”) e come tali vanno respinte con forza.

I messi al bando, i banditi non hanno
alcune intenzione di andarsene né di abbassare la testa.

La solidarietà è un’arma. Usiamola.

 

Sabato 7 novembre

ore 14,30 – piazza Duomo

Trento

 

Manifestazione

In difesa degli spazi occupati e autogestiti.

Senza mediazioni.

Contro i fogli di via.

 

Assillo in movimento e solidali contro
i fogli di via

Posted in EVENTI | Comments Off on Sulla manifestazione di Sabato a Trento in solidarietà agli spazi occupati

1 novembre, il velena si sposta a el paso

a cura del Velena Volante & Tommaso Chiamparino

Posted in EVENTI | Comments Off on 1 novembre, il velena si sposta a el paso