Torino, scritte contro forze dell’ordine e sgombero centri sociali

orinocronaca:

BARRIERA DI MILANO (TORINO) 26/11/2009
– Scritte contro lo sgombero dei centri sociali sono comparse questa
mattina a Torino. ”Carabinieri assassini”, ”Sbirri m…” sono
alcune delle frasi, scritte con una vernice spray di colore nero lungo
il muro di cinta di una fabbrica abbandonata di corso Vercelli, al
civico 32. Preso di mira anche il sindaco di Torino, Sergio
Chiamparino.Sulle scritte, notate questa mattina, indagano gli agenti
della Digos.


ans(i)a:

 

Scritte a Torino contro sgomberi e forze dell’ordine

Lungo il muro di cinta di una fabbrica abbandonata

(ANSA) – TORINO, 26 NOV – Scritte contro lo sgombero dei
centri sociali sono comparse questa mattina a Torino.
”Carabinieri assassini”, ”Sbirri m…” sono alcune delle
frasi, scritte con una vernice spray di colore nero lungo il
muro di cinta di una fabbrica abbandonata di corso Vercelli, al
civico 32. Preso di mira anche il sindaco di Torino, Sergio
Chiamparino.Sulle scritte, notate questa mattina, indagano gli
agenti della Digos.(ANSA).

 

 

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Bologna – Il Lazzaretto invade il Consiglio

Il Lazzaretto invade il Consiglio

In trecento irrompono durante l’assemblea contro lo sfratto del centro sociale
Il Lazzaretto invade il Consiglio

Non solo i giovani del Lazzaretto, ma tanti ragazzi delle diverse
realtà bolognesi – Tpo, Crash, Vag, Xm24 – hanno messo in scena nel
pomeriggio una protesta in difesa del centro sociale che sarà
presto sgomberato dalla polizia perché lo stabile è stato venduto a
un provato. Palazzo D’Accursio è stato pacificamente invaso, verso
le 17 e alcune sale sono state occupate da circa trecento persone
per quasi tre ore. La trattativa tra l’amministrazione e gli
esponenti dei centri sociali bolognesi si è risolta con un nulla di
fatto.

Dopo l’occupazione della sala del Consiglio comunale (l’assemblea è
stata sospesa per circa un’ora), mentre nella sala d’Ercole si
accalcavano circa 300 ragazzi, una delegazione di otto
rappresentanti dei centri sociali ha incontrato il capo di
gabinetto Giuseppe Cremonesi alla presenza dei cronisti. Giorgio
Simbola, portavoce del Lazzaretto, ha raccontato il lungo tira e
molla con il Comune, proposte non accettate dal Lazzaretto perché
si trattava di due edifici "diroccati" in via Felsina e in via
della Canapa, due immobili a Parco dei cedri e in via Corticelli
prima offerti e poi ritirati dal Comune, un granaio ristrutturato
in via Fantoni ma non collegato con i mezzi pubblici e una sede in
via S.Carlo troppo piccola per le attività dell’associazione. Le
controproposte del centro sociale, tra cui la riqualificazione con
altre associazioni di una ex centrale enel in via del navile da
6.000 metri, sono state rifiutate.

La trattativa si è fermata ad un muro contro muro: il
Comune offre da subito la sede di via S.Carlo più la nuova sede del
Link per tre serate al mese per grandi eventi, oltre alla
possibilità per il Lazzaretto di partecipare al bando per
l’assegnazione di un nuovo spazio. Il centro sociale, invece, in
via s.Carlo non ci vuole andare perchè troppo piccolo (120 metri
quadrati contro i quasi 500 della sede attuale) e chiede garanzie
all’amministrazione perchè lo sgombero venga rinviato sine die,
finchè non sarà trovata una soluzione.

La lunga mediazione portata avanti da Maurizio Cevenini, presidente
del Consiglio si risolve poco prima delle 20, quando gli esponenti
dei centri sociali cittadini, di fronte alla prospettiva di essere
sgomberati dalla polizia direttamente a Palazzo D’Accursio, hanno
accettato un incontro entro lunedì prossimo con l’amministrazione.
I centri sociali chiedono però che non sia presente l’assessore ai
servizi sociali, Luisa Lazzaroni, con cui "non si riesce a
parlare", ma invocano la presenza del sindaco Flavio Delbono. La
data e l’orario verranno fissati entro domani, assicura lo staff
del sindaco. Per quel giorno, i centri sociali hanno intenzione di
organizzare una grande mobilitazione.
(23 novembre 2009)
 
fonte:la RePubica 
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giusto per la cronaca…

CASAPOUND, IL GIUDICE DISPONE LO SGOMBERO    
Martedì 24 Luglio 2007 21:04

I ragazzi di “Casapound” dovranno abbandonare la ex sede dell’Enel, a pochi metri dalla chiesa di Santa Maria Goretti, che hanno occupato nel dicembre scorso. Lo ha deciso il giudice Minunni che ha disposto la restituzione dello stabile alla società proprietaria, la “Dalmazia e Trieste” di Roma.
 
Casapound LatinaGli occupanti si riuniranno per decidere cosa fare. Probabilmente saranno raggiunti da altri militanti di Casapound provenienti da Roma, dove il movimento è molto radicato.

Durante la prima udienza del processo i militanti avevano esposto davanti al Tribunale uno striscione con scritto “Giù le mani da Casapound”, il che fa pensare ad una possibile resistenza allo "sfratto" disposto dal giudice.

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TOTAL CONTEST BELLAVITA: Quattro Giorni negli Squat di Torino dal 27 Dicembre a Capodanno

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19/12/09, Torino, Corteo contro sgomberi e repressione

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Giovedi 26 novembre Serata benefit per i /le ribelli di corelli rinchiusi/e a san vittore – in Villa Vegan

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Assemblea e presidio al Circolo Anarchico dei Malfattori

A Milano, come per il resto d’italia  è in atto l’emergenza sgomberi per i posti occupati.
I compagni anarchici e libertari che frequentano il Circolo dei Malfattori ci fanno sapere
che Mercoledì 25 Novembre ’09 si ritroveranno  presso il Circolo per un’assemblea Libertaria
con tema. Come difendere il Circolo in pericolo di sgombero. A seguire ci sarà il presidio 
per aspettare l’arrivo dell’ufficiale giudiziario.
Andiamo a dare la solidarietà al Circolo Anarchico dei Malfattori.
Ecco l’ APPELLO DAL CIRCOLO DEI MALFATTORI:

a las barricadas!

Siamo alle solite, giovedi prossimo alle 6 di mattina, il 26 novembre
2009, il Circolo dei Malfattori di via Torricelli 19 rischia di essere
sgomberato. Superata l’ultima minaccia del 30 Settembre, dopo nemmeno
due mesi il Comune torna all’attacco avventandosi non solo sul circolo,
occupato dal 1976, ma anche sull’ambulatorio popolare di via dei
Transiti, dando loro lo sfratto esecutivo proprio per lo stesso giorno.
Come dire, “dividi et impera”… hanno pensato bene di fare in modo di
ridurre le forze in campo e spianarsi la strada più facilmente aprendo
due fronti di allerta nella stessa mattinata.

Ma non si tratta
solo di questo; non sono solo le quattro mura che racchiudono questi
“esperimenti di libertà” che ci interessano, sebbene siano parte della
nostra storia, parlino di tutto quello che è avvnuto in 30 anni e
ovviamente facciano parte del nostro bagaglio di cultura e di
sopravvivenza nel ticinese, quartiere popolare negli ultimi anni
dilaniato e stravolto dal mostro della speculazione. Non si tratta solo
di affezionarsi ai luoghi.. l’intento repressivo in atto dalla
municipalità milanese deve per forza essere letto in un’ottica molto
più allagata. La Milano capitale del business, della moda, della
velocità, e per contrappasso dello sfruttamento e della repressione,
ospiterà tra 5 anni la tanto millantata EXPO 2015 e la Moratti con i
suoi scagnozzi, capo del branco De Corato, hanno promesso pulizia e
ordine da tutto ciò che non rientra nei canoni della capitale del
capitale, questa città tutta gru e cantieri aperti appunto.

Basta anarchici, basta cultura libertaria, basta libera circolazione
dei saperi, basta occupazioni, basta sperimentazioni libere e
autgestite di spazi, quartieri, vite.

Vogliono estinguere
qualunque tentativo di opposizione ad un sistema di cose che vorrebbe
fagocitarci, vogliono soffocare ogni tentativo di diffusione di un
pensiero libero, anarchico, indipendente e autogestito, proprio perchè
non promuove ma anzi combatte tutti i loro desideri e progetti di
morte. Ci hanno provato l’anno scorso con Conchetta, ma alla fine non
ce l’hanno fatta, e ora ci provano con via Torricelli e l’ambulatorio
popolare.. ma non dimentichiamoci che nella lista nera sono presenti
anche la sede della FAI di viale Monza, la cascina senz’acqua
Torchiera, la sede dell’USI di via Bligny, l’occupazione di Ripa 84, il
laboratorio zero, le case popolari occupate di via Pichi e via Gola, le
case di San Siro, le case in Lorenteggio, le case in Corvetto e tante
altre ancora di cui magari nemmeno siamo a conoscenza. Lo stato di
assedio è totale, le continue minacce di sgomberi poi rinviati non
hanno altro scopo che portarci al logoramento e all’immobilità.

E la cosa più assurda è che anche chi ha scelto di pagare loro
regolarmente l’affitto che il Comune aveva imposto, come la sede della
FAI in viale Monza e l’archivio Pinelli e il ponte della Ghisolfa, al
fine di preservare il patrimonio librario presente in quella sede, ora
subiscono un’ingiunzione di sfratto che ci fa capire come l’abusivismo
o l’illegalità dell’occupazione del circolo siano dei pretesti per
sgomberare i libertari e per debellare ogni forma di autogestione e
lotta libertaria sottraendoci ogni spazio e luogo fisico di
progettazione.

Ci vogliono sfinire, provocare, dividere, per riuscire a disfarsi di noi senza resistenza.
Giovedì  26 Novembre 2009,
la mobilitazione vorrebbe rivendicare anche questo; non solo un attacco
diretto al circolo dei malfattori e all’ambulatorio popolare, ma un
tentativo di repressione globale delle idee e delle forme d’azione e
autogestione.

Credono che sottraenndoci gli spazi possano eliminare il problema.

Peccato che l’anarchia non si sgombera.
Assemblea libertaria al Circolo dei Malfattori mercoledì 25 Novembre , ore 21, con possibilità di dormire al Circolo per il presidio del giorno dopo.

a seguire

Presidio antisfratto ore 6 del mattino con colazione .

Circolo dei Malfattori (sotto sfratto)

028321155
Via Evangelista Torricelli, 19

20136 Milano MI

Per arrivare:

dalla stazione Mi Centrale metro linea 2 Verde direzione Abbiategrasso,
fermata Romolo, uscita Viale Liguria(numeri pari) percorrere il viale
fino ad oltre il numero civico 50, superare il 2° semaforo, che
attraversa il ponte sul naviglio piccolo, svoltare a sinistra, lì c’è
via Torricelli.

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Roma – Sgomberato l’Horus (video)

da http://horusoccupato.noblogs.org/ 
Alemanno attacca chi si oppone a rendita e speculazione
Questa
mattina, un ingente spiegamento di forze dell’ordine ha sgomberato per
la seconda volta l’Horus di Piazza Sempione, liberato 3 anni fa da
precari, studenti, attivisti metropolitani. In questo momento un grande
numero di compagni sta accorrendo da tutta Roma. 
 
CONFERENZA STAMPA OGGI 19 NOVEMBRE  ORE 12.00 A PIAZZA SEMPIONE!


da http://www.ilgiornale.it/roma/centri_sociali_tregua_finita_la_polizia_sgombera_lhorus/20-11-2009/articolo-id=400521-page=0-comments=1

Centri sociali, tregua finita La polizia sgombera l’Horus

di Tiziana Paolocci

È finita la fragile tregua tra Campidoglio e centri sociali. È finita
ieri mattina, quando polizia e carabinieri hanno fatto irruzione
all’Horus, il centro sociale insediato in uno stabile occupato di
piazza Sempione, dando il via a una giornata di alta tensione. Nei
locali, già «liberati» nell’ottobre del 2008, dopo un anno di
occupazione, perché furono trovate 7 bottiglie molotov e 17 fumogeni,
ieri le forze dell’ordine non hanno trovato anima viva, ma sampietrini,
mazze, bastoni. «Dentro ci sono le gambe dei tavolini rotti, che
mettiamo a fianco all’ingresso, perché se qualcuno ci aggredisce
tentiamo di difenderci», hanno cercato di giustificarsi i giovani, una
trentina, una volta arrivati. Ma dalla difesa all’attacco il passo è
stato breve. Gli «squatter» si sono concentrati pochi minuti dopo in
una piazza Sempione presidiata dalle forze dell’ordine in tenuta
antisommossa. «I poliziotti ci hanno fermato fisicamente e uno tirato
fuori la pistola che gli è anche caduta per terra», ha raccontato una
ragazza, mostrando un video dell’accaduto realizzato con una macchina
fotografica digitale. Non contenti una cinquantina di appartenenti al
centro sociale, dopo aver recuperato le loro cose con l’autorizzazione
delle forze dell’ordine prima che gli operai iniziassero a montare
inferriate alle porte e alle finisetre dello stabile, hanno pensato
bene di occupare il IV municipio, sorprendendo i dipendenti che stavano
lavorando e sono stati costretti a fuggire scavalcando il cancello
dell’edificio e lo stesso presidente Cristiano Bonelli, che si è chiuso
nella sua stanza. I giovani hanno poi conquistato il tetto dello
stabile, gridando slogan contro la polizia, bersagliando polizia e
carabinieri con carta igienica imbevuta d’acqua. Gli «abusivi» hanno
lasciato l’edificio solamente nel primo pomeriggio, dopo aver raggiunto
un accordo con Bonelli, che convocherà per oggi alle 14 un tavolo
istituzionale in municipio, a cui parteciperanno anche Provincia e
Regione, per decidere sulla possibilità di destinare un’area della ex
Gil ai giovani del centro sociale. Ma il presidente non nasconde le sue
perplessità. «Dopo la riunione straordinaria della giunta municipale,
il IV municipio vuole ribadire la sua assoluta contrarietà di principio
circa l’assegnazione di spazi pubblici dell’amministrazione – ha
sottolineato Bonelli -. Nei confronti di tutti coloro che utilizzano
metodi violenti e anti-democratici rimane impossibile poter immaginare
assegnazioni di spazi. Considerando inoltre che questa è la terza
occupazione-aggressione che siamo costretti a subire noi amministratori
e dipendenti del Comune».
«La
prefettura e la questura hanno un impegno di legalità a cui non possono
derogare – ha commentato il sindaco Gianni Alemanno -. Non c’è né
ideologia nè segnale politico da questo punto di vista: dobbiamo
seguire la strada della legalità nel rispetto delle diverse forme di
espressione». «Continueremo a chiedere al prefetto un intervento
indifferibile nei confronti delle altre occupazioni in atto – ha
aggiunto il presidente della commissione Sicurezza del Comune Fabrizio
Santori -. Per quanto concerne lo sgombero dell’Horus la decisione è
stata presa dal comitato per l’ordine e la sicurezza. Sono strutture
private ed è il privato che chiede all’ente preposto di liberarle».
Fermo Gianni Sammarco, deputato e coordinatore romano del Pdl:
«Un’amministrazione non può sottrarsi dal rispetto delle regole e dal
ripristino della legalità. Pur consapevoli di alcuni reali emergenze
sociali, non possiamo tollerare a Roma zone franche in cui farsi beffe
della legge». Dura l’opposizione: «Alemanno non è in grado di gestire
la nostra città: promette case e sgombera gli spazi sociali, mette in
discussione gli spazi democratici con i protocolli anticortei e non si
interessa della crisi che stanno attraversando i lavoratori di questa
città», l’accusa di Fabio Nobile del Pdci.


Centri sociali, Horus Club sgomberato, video su You Tube

venerdì, 20 novembre, 2009, 08:09

L’agente di polizia tiene in mano la pistola, bassa ma evidente. Alcuni
attivisti lo provocano: «Spara», «Tira fuori ‘sto pezzo», e lui il
“pezzo” lo mostra ma gli cade di mano. Fuori campo una voce urla:
«Levala! Mo’, se cadeva e sparava?». È finito immediatamente on line,
su youtube, il video dello sgombero effettuato ieri mattina all’Horus
Club, centro sociale in piazza Sempione, in cui, in mezzo agli
attivisti, un agente in divisa mostra la pistola.
All’interno del locale carabinieri e poliziotti non hanno trovato
persone, ma «corpi contundenti». Il centro sociale era già stato
sgomberato a ottobre 2008 e all’interno erano state rinvenute alcune
molotov. In risposta all’intervento degli agenti, una cinquantina di
attivisti ha occupato la sede del IV municipio, lasciandola solo in
tarda mattina dopo aver raggiunto un accordo con il presidente
Cristiano Bonelli per la convocazione, fissata a oggi pomeriggio, di un
tavolo
istituzionale per definire una nuova sede per le attività del centro.
«L’obiettivo è individuare un’area, ad oggi sembra lo stabile della
ex-Gil – ha detto il mini-sindaco – che darà la possibilità agli
ex-occupanti di continuare le attività sociali. Per l’Horus ci sono
garanzie della proprietà sulla destinazione d’uso. La struttura sarà
gestita da privati e legata ad attività culturali, non commerciali». In
merito al video, Bonelli ha commentato: «Sfido chiunque a ricevere
50/100 persone quando si forza una sede istituzionale». «Nessuno vuole
cancellare l’esperienza dei centro sociali – ha dichiarato il sindaco
Alemanno – ma tutto si deve accordare con la legalità».


 

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Radio Blackout – Affitti, profitti e incompatibilità

da http://www.radioblackout.org/2009/affitti-profitti-e-incompatibilita/

Ci spieghino lor signori Assessori, Tecnici, Governanti, Sindaci.

 

Ci spieghino “l’incompatibilità” con il progetto di riqualifica dell’area che ora ospita Radio Blackout e la sua Associazione.

Ci
spieghino come sia possibile che un progetto di riqualifica
sponsorizzato da una privata Associazione umanitaria (2009 – 02539/050
HUB MULTICULTURALE VIA CECCHI – FONDAZIONE VODAFONE ITALIA – FONDAZIONE
UMANA MENTE) che si dice operante nel sociale, finanziata da uno dei
pilastri della comunicazione sia “incompatibile” con il progetto già
esistente, vivo e funzionante, da anni inserito nel contesto urbano, di
una radio.

 

Radio
Blackout, una radio no profit, volontaria, autogestita, che non gode né
di finanziamenti pubblici né privati, ma vive solo dei propri mezzi,
del frutto dell’impegno di chi la radio la forma e la fa giorno per
giorno, negli eventi pubblici e non. Una radio che vuole dare voce a
tutte le lotte sociali, alle minoranze dimenticate e in lotta, a tutti
gli scartati dai media tradizionali, dall’indubbiamente manipolata
“informazione pubblica”. Pochi peli sulla lingua, molta sostanza, molto
realismo, concretezza e cinismo. Per farla breve, diciamo le cose come
stanno, senza intermediazioni, senza editori o spinte e strattoni di
alcun tipo.

 

Ce
la spieghino “l’incompatibilità”. C’è già un ossimoro nel negare
compatibilità tra un mezzo di comunicazione sociale ed una pioggia di
denaro per mano di un grande ente operante nella comunicazione.

Ce
la descrivano “l’incompatibilità”. A noi pare evidente: o ci sono altri
piani su quest’area e su di noi, oppure l’associazione umanitaria di
cui sopra non opera realmente secondo quelle che sono sulla carta le
sue etichette, i suoi scopi fintamente sociali che consentono le
vittorie dei suoi bandi. Lungi da noi negare quell’elemento di pregio
durevole, puro, vitale, privo di spese per l’onesto cittadino, che
cambieranno il volto al sociale che saranno questi futuri misteriosi
HUB. Come dimenticare del resto il successo incalcolabile e gli
infiniti introiti (non solo monetari, quanto più in termini di
integrazione e arricchimento culturale e sociale) dei centri TO&TU. 

Già, come poter negare. Già. Che fine hanno fatto? Chi se ne è accorto?

Ma non ci preoccupiamo di avere risposte, del resto, la realtà è sempre più opinabile.

 

Facciamo un breve salto nel passato.

1992,
Radio Blackout, 17 anni fa, un appartamento di via S.Anselmo, lo
sfratto dal privato possessore, la ricollocazione pubblica
(inconciliabile per aspetti formali secondo le leggi vigenti ma voluta
dalle istituzioni stesse) in un decadente appartamento in zona
Crocetta, via Antinori. Anni di burocrazie e carte, incontri e reali
incompatibili proposte (mirabolante il proporci di trasferirci a
trasmettere a Moncalieri, fuori dal comune, fuori dalla portata del
nostro ripetitore, che opera solo su Torino e cintura, ma che non copre
per limiti tecnici la zona sud). Anni di trafile, un debito saldato
tramite fideiussioni personali per ottenere l’assegnazione dello
stabile di via Cecchi, un prestito collettivo a 4 zeri con garanzie
personali per proteggere un’idea e la sua realizzazione.

Infine, nel 2009, siamo “incompatibili” con il sociale.

 

Incompatibili,
lo siamo senza aver mai chiesto una sovvenzione (a differenza di molti
altri). Senza aver mai ricevuto soldi pubblici cittadini. Il solo
sgravio, quello dell’affitto, ricevuto perché compatibile come realtà
secondo quelli che sono i canoni che voi stessi avete stabilito. Senza
aver mai chiesto soldi e finanziamenti, con oltre 25.000 euro di spese
e ore di lavoro non retribuite per rendere agibile un posto che
ammuffiva al disuso, un intero cortile ora in balia a macerie varie e
alla ruggine del ferro delle economiche installazioni per le olimpiadi.
Uno stabile occupato da uffici non più operativi da anni, occupati da
due stanchi impiegati che dormivano alle scrivanie, in attesa di
ricollocazione.  Un posto, che abbiamo colorato e attivato, sede viva e
vitale di innumerevoli iniziative aperte al pubblico, aperte al
quartiere, senza chiedere soldi in cambio.

 

Ci spieghino se sono i 15.000 euro risparmiati dal nostro affitto non commerciale a renderci “incompatibili”.

Ci
spieghino, chi di dovere, l’incompatibilità nostra nei confronti della
vostra non-spesa così come ci spieghino, parlando di cifre, dei 400.000
euro stanziati per il capodanno in piazza che non si farà (c’è la
crisi), ma sappiamo tutti benissimo che quei maledetti 400 andranno
spesi, nel bene e nel male.

Ci
spieghino i fondi elargiti a innumerevoli associazioni (cifre che
raggiungono i 5 zeri) che nel concreto fatichiamo a vedere come
altrettanto vitali e propositive. Qualcuno si accorge di quel che viene
fatto a spese di tutti? Non stiamo parlando di cifre da caffè al bar o
pacchetti di sigarette e sinceramente, motivarlo con pezzi di carta
chiamati “relazioni” che testimoniano un operato che nel concreto non
si vede, risulta difficile motivare tali altisonanti cifre.

Ci
spieghino come facciano ad esserci praticamente sempre le stesse
scintillanti Luci d’Artista e il loro costo si impenni di anno in anno.

Ci
spieghino se è lecito nella Torino Medaglia d’Oro alla Resistenza e
nell’Italia antifascista e che ripudia il fascismo, assecondare senza
colpo ferire, anzi con interesse e “nessun pregiudizio di sorta” la
volontà d’assegnazione di spazi sociali per attività culturali e
ricreative, ai giovani di destra; quella stessa destra che
tranquillamente esprime cultura e sociale nei comizi di Roberto Fiore
(per la cronaca, leader di Forza Nuova emanazione presente della Terza
Posizione. Qualcuno ricorda la strage di Bologna, i NAR, il terrorismo
di destra e da dove arrivano certi signori?). Nessun problema di
“incompatibilità” ci mancherebbe, sarebbe pregiudizio antifascista,
vogliamo forse negare la “cultura” di Destra, progetto Zeronove e Casa
Pound?

Ci
spieghino come dover giudicare il fatto di ricevere notizia della
decisione di revocare l’affitto dalla lettura di un sito internet,
senza aver ricevuto alcuna comunicazione da parte del comune. O forse
dovevamo intendere le interviste e le dichiarazioni di sindaco,
assessori e consiglieri sulle varie veline cittadine, nelle quali ci si
scagliava contro qualsivoglia realtà antagonista, non ultima Radio
Blackout, come comunicazione ufficiale e notifica.

 

Il clima di sicuro non è quello dei giorni di festa, per quel che ci riguarda.

Non
ci cambiano la giornata 2 concerti in piazza gratuiti all’anno offerti
dal comune (che prende le offerte dei cittadini), tanto meno le luci di
natale, o roboanti progetti di associazione di associazioni mirati ad
un solo obbiettivo: consumare soldi già stanziati, coprendo il tutto
sotto il velo dell’etica, del sociale, del presunto culturale.

 

Incompatibile, è portare ai microfoni e dare voce e rumore alle botte date dentro al CIE.

Incompatibile, è permettere di spargere le idee a chi lotta per evitare una tragedia ambientale.

Incompatibile, è far parlare i diretti interessati della distruzione dell’istruzione pubblica, gli studenti.

Incompatibile, è mostrare cosa vuol dire lavorare, sporcandosi le mani, rischiando la vita.

Incompatibile, è gridare razzista e fascista a chi nasconde sotto false bandiere gli stessi ideali.

Incompatibile, è permettere di far vedere a tutti lo stato di degrado della società dorata che viviamo.

Incompatibile, è credere che l’autogestione, sia una forma di gestione e di vita.

 

In ogni caso, fino all’ultimo respiro, noi non ci fermiamo qui. Poco ma sicuro.

 

RADIO BLACKOUT, novembre 2009.

 

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Centri Sociali: sgomberare tutto?… Prudenza!

da http://www.infoaut.org/articolo/centri-sociali-sgomberare-tutto-prudenza/

Il quindicinale tavolo sulla sicurezza, declinato negli ultimi tempi a
"tavolo sull’emergenza centri sociali" avanza trainato da una decisione
che sembra esser dettata più dal battage mediatico che dalle intenzioni
reali del ceto politico cittadino.

L’amministrazione insomma, dà segni di nervosismo: il Podestà
Chiamparino e il Prefetto Padoin (sempre più a braccetto) hanno mal
digerito l’irruzione pubblica dei centri sociali e delle case occupate
al Torino Film Festival di venerdì sera. Il sindaco ha dovuto
rinunciare ad una serata di gala e la cosa non gli è andata proprio
giù… probabilmente pregustava l’ennesima sbornia di flash con qualche
celebrità da prendere in braccio… Gli è andata male: gli spazi
occupati si son presi la scena e pare proprio che il blitz abbia
suscitato il consenso e l’ammirazione di buona parte del pubblico che
non ha lesinato un generoso applauso (l’altra metà, tollerava con
simpatia).

Insomma, gli spazi sociali dimostrano di non essere quel ghetto di
emarginazione a cui vorrebbe ridurli il sindaco e una destra cittadina
che continua a cuocerselo a fuoco lento a suon di interpellanze e
polemiche strumentali, complici i mestieranti a libro paga Massimo Numa
e l’intera redazione di Torino Cronaca.
La compattezza e l’unità d’intenti sembrano insomma scricchiolare un
po’. Nonostante i titoli roboanti dei quotidiani, tra le righe degli
articoli, in mezzo alle dichiarazioni, emergono le incertezze e i
distinguo di sorta. Chiamparino invoca "prudenza". Il taliban della
fermezza e del pugno duro Carossa (forse calmierato dal
sotto-segretario agli interni Davico) tira i remi in barca e ammette di
essere consapevole che "realtà così radicate in città da più di 15 anni
non si possono debellare certo.. così in 15 giorni"… e già!

La palla torna quindi all’eterno Ghiglia, mastino sempre uguale a se
stesso che, incapace di pronunciarsi su uno qualunque delle emergenze
reali che interessano la città, volentieri gioca il ruolo di duro e
invoca "Tolleranza Zero".
Nel Pd (un partito "leggero" perché inesistente) covano contraddizioni
insolubili: per un decisionista come Giorgis, che ben si presta a un
agenda tutta dettata dalla destra,  molti sono quelli che non sanno che
pesci pigliare. I più, tra loro, si staranno chiedendo:  " Che sta
combinando Chiamparino?
La Bresso poi,  lei ha ben altro a cui pensare…

Aspettando con curiosità di leggere il parto del tanto declamato "testo
comune e unitario", un mese e due tavoli dopo, la partita è ancora
tutta da iniziare è non è chiaro chi si prenderà la briga di sferrare
il calcio d’inizio…

 


da CronacaQuaQua

 

l sindaco va con i piedi di piombo, l’opposizione insorge

I centri sociali vanno sgomberati
Loro minacciano: Torino brucerà


TORINO 17/11/2009
– Un timido passo avanti verso gli sgomberi di centri sociali e case
occupate, in attesa di tempi migliori per passare dalle parole ai fatti
e di un progetto condivi­so «per la restituzione alla città degli
stabili illegalmente occu­pati ». Il vertice convocato ieri mattina in
prefettura, alla presenza an­che dei capigruppo del consi­glio
comunale, ha scelto ancora una volta la linea della pruden­za,
indirizzata alla stesura di un documento unitario sugli sgom­beri e sul
successivo riutilizzo degli immobili. «Mi pare confer­mata appieno la
linea del comi­tato per l’ordine e la sicurezza ­ha spiegato il
sindaco, Sergio Chiamparino, al termine dell’in­contro -, ossia quella
di procede­re ad una restituzione alla città degli edifici illegalmente
occu­pati, con la gradualità resa ne­cessaria dal contesto in cui ci si
muove. Cercheremo di tradurre il tutto in un documento di indi­rizzo.
L’obiettivo è chiaro, i tem­pi e le modalità dovranno tenere conto
delle forze in campo e del contesto ambientale».
La questione, dunque, passa nelle mani del presidente del Consiglio
Comunale, Beppe Ca­stronovo, e del suo vice, Michele Coppola, anche
allo scopo di una mediazione tra le parti che, però, tarda ad arrivare.
«Cerche­remo di ottenere i voti favorevoli in quindici giorni» ha
chiosato Coppola, annunciando già nel pomeriggio di ieri una riunione
preliminare allo studio del do­cumento.

Immediate e discordanti le rea­zioni. «Una vittoria della Lega Nord»
secondo Mario Carossa, capogruppo del Carroccio, e il consigliere
Antonello Angeleri. «Se entro la fine del mese si potrà votare in aula
una mozio­ne per lo sgombero definitivo, lo si deve proprio alla nostra
ini­ziativa » . « Ribadiamo – hanno aggiunto Cantore e Piovano, Fi­Pdl
– l’importanza che il Consi­glio Comunale approvi un docu­mento per
impegnare il sindaco e la giunta a mettere in atto tutte le pratiche
necessarie per lo sgombero definitivo di tutti i centri sociali». Dura,
invece, la replica di Agostino Ghiglia, ca­pogruppo del Pdl. «La nostra
linea non cambia, non sono si­curo che a fronte di un eccesso di
prudenza queste persone smetteranno con le loro azioni, anzi si
sentiranno ancora più forti e impuniti».

Per Ghiglia nessuna linea morbida. «Stiamo parlando, in alcuni casi, di
sog­getti con precedenti penali a cui un passaggio nelle patrie galere
non farebbe male. Non c’è una terza via rispetto a quella del rigore,
dello sgombero, della tol­leranza zero dei fenomeni di il­legalità » .
Atteggiamento invo­cato da Monica Cerutti, capo­gruppo di Sinistra e
libertà. « L’articolata illustrazione da parte del prefetto della
galassia dei centri sociali ha dato conto, suo malgrado, della loro
etero­geneità. Lo stesso prefetto ha evocato come reazione il
possi­bile compattamento di forze che potrebbero farsi promotrici di
disordini. Abbiamo richiesto che si lavori contemporanea­mente a
progetti sugli edifici oc­cupati, che li possano restituire alla
legalità, anche coinvolgen­do gli occupanti se disponibili a
collaborare con le istituzioni, ar­rivando anche a definire delle
convenzioni».
In linea con il sindaco, il consi­gliere regionale del Pd, Mariano
Rabino. «La posizione di Sergio Chiamparino sulla questione dei centri
sociali occupati è pie­namente condivisibile. Bisogna agire con
fermezza e, al tempo stesso, con senso di responsabi­lità ».

Deliranti minacce di morte sul web

Il tempo di ritirarsi da piazza Palazzo di Città, con il solito
presidio del lunedì mattina sotto le finestre del Comune, e gli
anarchici torinesi rispondono sul web alla minaccia di una chiusura di
case occupate e centri sociali. Se il volantino distribuito dai
manifestanti, dopo il vertice in prefettura, dava per ormai certo e
prossimo lo sgombero dell’asilo occupato di via Alessandria, su
Indymedia Piemonte fioccano le minacce. Anche quelle di morte.

Il portale web dell’antagonismo, riprende nel tardo pomeriggio la
notizia da un sito anarchico torinese. «Hanno deciso» scrivono.
«Vogliono sgomberare tutti i posti occupati torinesi. Lo faranno con
gradualità. Lo hanno deciso questa mattina in prefettura dove le
istituzioni si son riunite in quello che chiama Comitato per l’ordine
pubblico e la sicurezza» continua il comunicato, chiudendo con una
minaccia tutt’altro che velata. «Ma le tensioni in città ci saranno!
State agitati! Voi ed il Vostro Comitato per la sicurezza!».

Poi le reazioni, i commenti. Se “Veggente”, il primo utente a prendere
la parola nel forum di discussione, prevede incidenti, a “Pericolo di
morte” basta ripetere il proprio soprannome. Per “Sole” «a piazzale
Loreto c’è ancora posto» scrive facendo riferimento ad Agostino
Ghiglia. «È lui, l’uomo politico che sta istigando i politici a far
tabula rasa dei posti occupati torinesi – continua -. È lui uno di
quelli che festeggiò per la morte di Edo e Sole». Segue un messaggio a
Chiamparino. «Stai molto agitato – scrive “Dal tetto” -. Ciao “Caro” ci
si becca». E alla città intera. «Se non ci saranno più i posti occupati
non ci sarà più Torino». C’è anche chi solidarizza con Askatasuna.
«Toccate Aska e creiamo il panico, quello vero. Ci dovete ammazzare per
levarci di mezzo, maledetti!».

Un “Sognatore” aggiunge il testo di una ballata. «Torino che brucia. Le
strade bloccate. Le banche bruciate. I supermercati presi d’assalto,
svuotati senza pagare. Perché è tutto Bella Vita. La polizia che corre,
corre, corre ma non ci prende. Non molliamo la guardia. Resistiamo agli
sgomberi».

Enrico Romanetto

 

 

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